Riceviamo e pubblichiamo
L’indagine ha il suo limite spaziale nell’attuale Provincia di Viterbo, mentre quello temporale ha inizio nel 1214 e fine nel 1940. Preceduto da una premessa con la quale si dà conto di un rapido sguardo al presente e da una introduzione che affronta il complesso tema della cristianizzazione del mondo greco-romano, il profilo storico, ripartito in nove Capitoli procede alternando documenti, (quasi duecento) e valutazione di carattere antropologico e sociologico. Nelle note sono frequenti i riferimenti a fatti carnevaleschi presenti in aree contigue; e per taluni temi tali riferimenti toccano aree ancor più lontane.
I temi sono quelli propri del Carnevale: l’inversione dei ruoli, la maschera, la grande abbuffata, il ballo, la satira e il potere politico. Porre un limite areale, senza indulgere a uno sterile municipalismo, è la condizione, secondo l’indagine portata avanti da Q. Galli, per evitare facili generalizzazioni e per dare concretezza al raffronto tra i processi storici e il mutare dei sistemi culturali. Ma è anche la condizione metodologica per riscontrare le relazioni tra il persistere di motivi carnevaleschi e il loro confronto con il mutare delle condizioni economiche e politiche. Per cui, l’impianto scientifico, che soggiace all’intera trattazione, è quello di un costante raffronto tra le prospettive dell’Antropologia e della Storia.
Relatore sarà il Prof. Luciano Osbat, già docente presso l’Università degli Studi della Tuscia.