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#Comunali2024, per Giulivi confronto in solitaria: “Tarquinia non è di sinistra ma legata alla cultura del fare del centrodestra”

Pubblicato il 21 Giugno 2024, 8:2721 Giugno 2024, 8:27

(s.t.) Confronto senza confronto, quello andato in scena nel pomeriggio di ieri a Villa Tirreno e in diretta social: la già annunciata assenza del candidato sindaco Francesco Sposetti ha trasformato l’appuntamento in una intervista al suo avversario al ballottaggio Alessandro Giulivi da parte del direttore del Corriere di Viterbo, Evandro Ceccarelli, e del corrispondente per Tarquinia, Fabrizio Ercolani.

Quaranta minuti di chiacchierata che hanno ripreso temi già trattati in vista del primo turno – dal porto al Lido sino al sociale –, riproposto obiettivi mancati della precedente campagna elettorale – “valuteremo, in caso di vittoria, una giunta in parte tecnica” – e toccato temi cardine di questo Giulivi con vista ballottaggio, dal “ritorno a casa dei voti di centrodestra” alla “paura dei comunisti che ripotrebbero Tarquinia nel medioevo”.

Le domande da parte dei due interlocutori, almeno nella fase iniziale, non lasciano uscire temi inediti in questa campagna elettorale, dai pini abbattuti – “li abbiamo tolti perché pericolosi, e non per lasciare spazio a cemento e asfalto, ma per mettere piante più adatte alla sede stradale: in fondo, con il progetto Ossigeno, abbiamo piantato oltre 1000 alberi” – alla ZTL e ai semafori: “Tutto è rivedibile. – la risposta di Giulivi – La ZTL va razionalizzata in base agli eventi e ai tantissimi turisti che stanno invadendo Tarquinia. Ancora non ho capito se a non volerla sono i residenti o chi vive fuori, ma credo che un compromesso in una città turistica ci debba essere. Che poi, oggi, con gli orari attuali, la ZTL quasi non c’è più. Poi, se Tarquinia non vuole le regole, mi arrendo!”.

Riposta simile anche sull’igiene urbana, che in questi giorni è nell’occhio del ciclone per i cambiamenti al sistema di raccolta. “Non siamo nati imparati: ogni cambiamento andrà rivisto e rivalutato, valutando zona per zona ogni problematica e cercando soluzioni. Tarquinia deve far crescere la sua percentuale di differenziata, ma ha un territorio disomogeneo ed è complesso”.

Dopo un passaggio sulle opere pubbliche – “Continueremo le opere in corso e se ne aggiungeranno altre legate al PNRR, a partire dal ripascimento. Poi il porto, che deve dare posti di lavoro: vorrei non ci fossero più giovani costretti a lasciare Tarquinia per trovare lavoro” – una finestra si apre sullo sport: “Ristruttureremo sia il Cardoni che il Bonelli, aprendo un dialogo col Coni anche per il campo d’atletica e, se troveremo i fondi, servirebbe un nuovo palazzetto. Ma il futuro è anche che gli impianti vadano a gara e siano gestiti dalle società”.

A stuzzicarlo sulle parole del suo avversario Sposetti è il direttore del Corriere, che gli chiede se davvero Giulivi sia stato un sindaco senza dialogo: “Non è vero – replica – io mi confronto con tutti. Poi chiaro che le decisioni le prendo io, che me ne assumo la responsabilità. Se penso ai 5 Stelle, che vogliono scelte a livello allargato, temo paralizzino un’amministrazione. Ecco, penso che se Sposetti sarà sindaco, ci sarà un’amministrazione ombra, come consuetudine dei partiti che vi fanno riferimento”.

Infine una riflessione politica sulla possibilità che l’unione di centrodestra che auspica per questo secondo turno fosse raggiungibile con maggiore dialogo anche prima: “Non credo e non ne ho rammarico: abbiamo portato avanti tutte le alternative possibili, ma in molti casi l’intenzione altrui era quella di fare il sindaco. Ma l’80% dei voti di quelle liste civiche torneranno a casa: Tarquinia non è di sinistra ma è legata alla cultura del fare del centrodestra”.

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