Riceviamo e pubblichiamo
L’aumento delle concessioni di prestiti e mutui è stato caratterizzato da un trend discordante dei tassi. Infatti per il settore privato c’è stata una nuova riduzione dell’importo medio dei tassi applicati soprattutto sui prestiti personali. A gennaio questo valore è sceso a 2,85% che rappresenta un nuovo punto di minimo storico. Invece i tassi applicati sui prestiti richiesti dalle imprese hanno subito un lieve incremento. Infatti si è passati dal precedente 1,54% (registrato a dicembre 2016) all’attuale 1,55%. In entrambi i casi si nota ancora una grande differenza tra i tassi applicati e quelli che risalgono al 2010, quando si era a livelli ben superiori al 5%. Quindi nonostante il lieve aumento, c’è ancora margine per poter considerare i prestiti e i tassi attuali ancora convenienti ed ottenerli senza eccessive difficoltà (approfondimenti su http://www.zonaprestiti.com/ottenere.htm).
Un aumento si è avuto anche sui mutui, destinati alle famiglie e ai privati, che sono passati dal 2,02% all’attuale 2,10%. Qui però si tratta di un risultato portato dall’aumento che c’è stato sui mutui a tasso fisso, che sono anche quelli richiesti in modo nettamente prevalente dagli italiani, rappresentando ben i due terzi del totale. Questo aumento non è dovuto a un cambiamento di politica sul credito condotta dalle banche, quanto dalla crescita del sottostante del tasso fisso, sia per l’Irs che l’Eurirs.
Infine il rapporto mette in evidenza che la situazione delle sofferenze è in leggero miglioramento. Secondo i dati dell’Abi il 2016 ha chiuso con un calo del 2% delle sofferenze bancarie, scendendo da 89 miliardi di euro a 86,9 miliardi. Quest’ultimo dato aveva preoccupato il settore rappresentando un aumento record, ma visto il trend in discesa non si dovrebbe temere una rinnovata stretta delle banche nella concessione del credito.