Riceviamo e pubblichiamo
L’iniziativa, organizzata dal “Comitato 10 Febbraio”, si è svolta quest’anno con il patrocinio del Comune di Viterbo, alla presenza del sindaco Giulio Marini, del presidente della provincia Marcello Meroi e di molti consiglieri e assessori comunali e provinciali.
Numerosa la partecipazione dei cittadini, specialmente giovani, e dei labari delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Sono stati proprio due giovani viterbesi a deporre un cuscino di fiori, sopra il quale era scritto “ai viterbesi che per tomba hanno una foiba”, davanti al cippo che ricorda Carlo Celestini e con lui tutti i nati a Viterbo e provincia che trovarono la morte per mano dei comunisti jugoslavi.
Il segretario del comitato, Silvano Olmi, ha elencato i nomi di questi martiri, mentre il presidente Maurizio Federici ha ricordato la storia e la cultura millenarie di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia.
“Qualcuno – ha aggiunto Federici – vuole sminuire la tragedia delle foibe dove trovarono la morte migliaia di persone, colpevoli solo di essere italiani. Inoltre, vogliono tentare di giustificare l’esodo, che portò ben 350.000 italiani a lasciare la propria terra e a rifugiarsi in quella parte d’Italia libera e democratica.
“È necessario ricordare – ha concluso – affinché genocidi e barbarie non debbano più ripetersi. Se le repubbliche nate dalla dissoluzione della Jugoslavia vogliono entrare a pieno titolo nell’Unione Europea, facciano un gesto di riconciliazione e restituiscano i beni confiscati agli italiani oltre sessant’anni fa.”