(Dab) Decorano il presbiterio del duomo di Tarquinia, componendo un ciclo mariano di grandissimo pregio artistico. Sono gli affreschi realizzati nel 1509 da Antonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura, tornati a risplendere dopo il restauro voluto dalla diocesi di Civitavecchia-Tarquinia e finanziato con un’erogazione liberale. L’inaugurazione è avvenuta ieri pomeriggio con una messa celebrata dal vescovo Luigi Marrucci, per la festa di santa Margherita, cui è dedicata la cattedrale della città etrusca. Era presente tra gli altri il sindaco Pietro Mencarini.
Al vescovo Bartolomeo Vitelleschi si deve la committenza del ciclo pittorico per la cappella di famiglia, l’attuale presbiterio. I lavori furono affidati al Pastura dopo la morte del vescovo Vitelleschi. Nei triangoli della volta è rappresentata l’incoronazione della Vergine con figure di profeti e sibille. Nelle lunette, la nascita e lo sposalizio di Maria. Nelle pareti, l’incontro di Anna con Gioacchino, la pietà, e la Vergine col Bambino. Il ciclo pittorico è l’opera più vasta realizzata da Pastura, stretto collaboratore di Pinturicchio e Perugino e attivo tra la seconda metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento
Per il restauro sono state usate metodologie di pulitura all’avanguardia come il laser, la biopulitura e l’applicazione di microemulsioni acquose di batteri. L’intervento ha dovuto tenere conto della storia travagliata degli affreschi. Nel 1643 furono ricoperti con l’intonaco, dopo un grave incendio che danneggiò la chiesa. Fortuita la riscoperta nel 1875, per i lavori di ristrutturazione della cattedrale. Curiosa la vicenda della controversia del pagamento tra il capitolo della cattedrale e l’artista, risolta a favore del Pastura da Luca Signorelli con una valutazione di 450 ducati d’oro.