

Riceviamo da Domenico Moscatelli e pubblichiamo
Buongiorno,
vorrei rispondere alle brevi riflessioni sull’auto elettrica, pubblicate il 16 ottobre, dell’amico Luigi De Pascalis.
Premetto che condivido le riflessioni che riguardano il traffico aereo e navale, comunque, non avendo conoscenze tecniche adeguate per poter dare una risposta circostanziata riguardo le auto elettriche, mi sono voluto documentare scrivendo una lettera al Prof. Nicola Armaroli dirigente del CNR, il quale, gentilmente, mi ha dato delle indicazioni di lettura che provo a riassumere.
“Un’auto elettrica inquina la metà di un’auto con il motore endotermico e, in Italia, dove le energie rinnovabili sono in continua crescita, si arriva al 60% di inquinamento in meno.
Il consumo di energia delle auto elettriche è poco; se domani le auto che sono attualmente in circolazione diventassero tutte elettriche occorrerebbe aumentare la quota di produzione di energia elettrica nella Comunità Europea di appena il 15%, mentre si risparmierebbe quattro volte tanto la quantità di petrolio.
Il passaggio totale alle auto elettriche necessiterà di almeno 20 anni e per quell’epoca la produzione di energia sarà totalmente da fonti rinnovabili.
C’è infine da tenere presente che le fonti rinnovabili, come dice il loro nome, si rinnovano in continuazione, mentre il petrolio deve essere costantemente estratto ricorrendo a metodologie sempre più costose ed inquinanti.
Poi le terre rare non c’entrano praticamente niente con le batterie, non ci sono terre rare all’interno delle batterie!
Ad oggi, nelle batterie c’è il Litio e fino a qualche tempo fa, ma ormai sta scomparendo, c’era anche il Cobalto, il quale continuerà ad essere presente nelle batterie di smartphone e computer, ma di questo nessuno sembra lamentarsi.
In realtà non è che il Litio scarseggi, fino ad ora non è stato cercato, ma ora che lo si è iniziato a cercare si è scoperto che è molto diffuso nel mondo, anche in Europa.
C’è poi un concetto fondamentale da tener presente che è il riciclo; il Litio all’interno di una batteria non si altera, né si consuma, quindi può essere recuperato in fase di smaltimento della batteria ed essere riutilizzato per produrre nuove batterie.
Per contro, la benzina che si mette nel serbatoio si brucia tutta!
Il Litio si estrae una volta sola, il petrolio occorre continuare ad estrarlo e l’estrazione del petrolio e la sua raffinazione sono tra le operazioni più inquinanti al mondo”.
Vorrei aggiungere anche una mia breve riflessione riguardante i motorini a due tempi.
Soprattutto a livello nazionale è sempre più avvertito, giustamente, il problema dell’inquinamento da traffico, quindi si tende sempre di più a penalizzare le auto con emissioni nocive e incentivare l’acquisto di auto elettriche, ibride e quelle classificate “EURO 6” e più.
Non si fa mai cenno ai ciclomotori a “due tempi” altamente inquinanti che se potessimo applicare l’algebra verrebbero classificati non “EURO 0” ma -3.
È stato dimostrato, infatti, che i veicoli con motore a due tempi, nonostante l’esigua cilindrata e il ridotto numero sul totale dei veicoli circolanti, possono influire in modo determinante sull’inquinamento atmosferico, perché emettono una notevole quantità di idrocarburi incombusti.
Qui, nella nostra cittadina, i motorini sfrecciano nel centro storico a tutte le ore, emettendo una puzza insopportabile e rumore assordante anche perché non sono a norma riguardo alle emissioni sonore, quindi parliamo anche di inquinamento acustico, non meno importante. Le forze dell’ordine dovrebbero porre rimedio!
