
Dalla “periferia” si vede meglio il centro: “Note dalla periferia dell’Impero” è il taccuino con cui Luigi De Pascalis osserva il nostro tempo. Brevi riflessioni, erudite e divulgative insieme, che usano il passato come bussola per orientarsi nel rumore del presente.

di Luigi De Pascalis
Attraverso un’informazione volutamente distorta, l’emergenza climatica è stata trasformata in opportunità economica dalle élite planetarie. Una pubblicità martellante spinge all’acquisto di auto elettriche senza tenere conto del costo ecologico e sociale dell’intera filiera. La ricerca di terre rare porta alla devastazione di aree adibite all’agricoltura con la conseguenza di più fame nel mondo e più migrazione di disperati. A ciò vanno aggiunti il problema dello smaltimento delle batterie esaurite e la maggiore produzione di energia elettrica necessaria alla ricarica delle batterie delle automobili tramite centrali a carbone, petrolio, gas, nucleare (e le scorie dove le mettiamo?).
Ma si tace sulle conseguenze del traffico aereo con centinaia di migliaia di velivoli che spargono ogni giorno inquinanti a una quota dove non c’è vento che possa disperderli. E si tace sull’inquinamento prodotto dalle grandi navi mercantili (per spesso inutili e frenetici spostamenti di merci da un punto all’altro del pianeta) e turistiche (il turismo di massa trasforma in fiere del selfie località che sarebbero da tutelare come sacro patrimonio dell’umanità). E si tace sull’inquinamento dello spazio dove ruotano decine di migliaia di satelliti la cui vita media è di cinque/sette anni.
Forse anche all’ecologia andrebbe applicata la filosofia della lotta di classe, poiché si spingono le classi mondiali subalterne a consumi da cui quelle apicali traggono ricchezza, il tutto mentre la vera salvezza del pianeta dovrebbe partire dalla severa messa in mora di molte multinazionali e dallo smantellamento dei paradisi fiscali in cui prosperano.
