
Chi l’ha detto che il gioco non possa parlare di cultura, di epica, di mitologia? Anzi, quando lo fa riesce a coinvolgere e ad attrarre nuove fette di utenti.
Il filo diretto che unisce la cultura e la storia al mondo del gaming è ormai assodato, stabile, conosciuto. Eppure, quando si pensa a questo binomio, la mente va direttamente ai giochi di strategia da computer, ambientati in un passato come quello dell’Antica Roma o del Medioevo, oppure agli sparatutto che portano il giocatore nel cuore della Prima o della Seconda Guerra Mondiale.
Ma nella storia d’amore tra gioco e storia, tra gioco e cultura, c’è molto di più. Lo dimostrano due casi fuori dal comune di personaggi del passato che nel presente diventano protagonisti di intrattenimento. Prendiamo, ad esempio, il caso della Sfinge, la storia figura mitologica fatta del corpo di un leone e testa umana. Il primo titolo a inaugurare la trafila è stato Atari 2600, Enigma della Sfinge, per quella che possiamo definire la nonna della nostra Play Station. Era il 1982, le prime console entravano nelle case degli italiani per rivoluzionare l’industria videoludica.
Oggi il presente parla invece soprattutto di giochi come le slot online, tra cui la famosissima Sphinx, ispirata proprio all’Antico Egitto. Il suo successo risiede tanto nell’atmosfera fatta di faraoni e mummie quanto nelle possibilità di comporre combinazioni vincenti con premi da oltre 10 mila gettoni e un RTP da oltre 95 punti percentuali. Con questa sigla andiamo a indicare il Return To Player, ovvero la quota di soldi spesi che deve ritornare sottoforma di vincita agli utenti.
E oggi è una slot machine di successo anche Ulisse, lo storico protagonista del primo romanzo best seller della storia. Le sue peripezie da Troia a Itaca, insomma, fanno tappa adesso nel mondo online con la slot omonima oppure quella che porta il nome di Circe, la maga che trasforma in maiali i membri della sua compagnia. Dall’Ulisse di Omero a quello di James Joyce, poi, la sostanza non cambia. Nel 2017 infatti è uscito un videogame ispirato proprio all’opera dell’autore irlandese del 1904. Si chiama Joycestick ed è stata creata dagli studenti del Boston College. Un modo per divertire ma soprattutto per viaggiare indietro nel tempo e per portare un po’ di cultura, di storia e di letteratura là dove non si pensava potesse arrivare.
