Tarquinia, Fratelli d’Italia: “Tassa di soggiorno, nuovi oneri gestionali a discapito delle piccole e medie strutture”

Riceviamo dal Circolo Fratelli d’Italia Tarquinia e pubblichiamo

All’insaputa di tutto e tutti arriva la tassa di soggiorno. Trova ulteriori conferme infatti l’indiscrezione secondo cui il testo del regolamento dovrebbe approdare in consiglio comunale già il 3 novembre.

Gli operatori tarquiniesi si dovranno quindi aggiornare e far pagare la nuova tassa agli ospiti che pernotteranno presso le strutture ricettive-turistiche, a quanto pare, già a partire dal 1 gennaio 2026; fin qui potrebbe anche essere legittimo, se motivato da alcune buone ragioni che non sembrano essere specificate nel regolamento redatto dagli uffici preposti.

Oltre all’incertezza e indecifrabilità sui modi in cui verranno reinvestite queste somme, a preoccupare sono soprattutto gli ingenti oneri amministrativi e gestionali che andranno a gravare in particolare sulle piccole e medie strutture ricettive della nostra città, molte delle quali a gestione familiare. In pochissimo tempo infatti gli operatori del settore si troveranno costretti a conformarsi al nuovo regolamento; accreditamento sui sistemi informatici predisposti dal comune, richieste di pagamento alla stregua di sostituti d’imposta, rilascio di quietanza, rendicontazioni telematiche trimestrali (anche in assenza di pernottamenti), “l’obbligo di conservare per cinque anni la documentazione relativa ai pernottamenti, all’attestazione di pagamento dell’imposta da parte di coloro che soggiornano nelle strutture e le dichiarazioni rilasciate dal cliente per l’esenzione dall’imposta di soggiorno, al fine di rendere possibili i controlli da parte del Comune di Tarquinia sull’applicazione ed il versamento dell’imposta di soggiorno”.

Il tutto, con il rischio di incorrere in sanzioni sia tributarie che amministrative, per le quali sono previste due specifici articoli.

I tempi stretti in cui l’amministrazione intenderebbe dare attuazione al regolamento non tengono inoltre conto della contrattazione già conclusa da alcune strutture per la stagione estiva 2026. Ci vorrebbe quantomeno un periodo transitorio, ma l’amministrazione sembra procedere con grande fretta, molto probabilmente per esigenze di bilancio; conseguenza delle scarse capacità di reperibilità dei finanziamenti pubblici e inadeguata progettualità.

Tra le molteplici criticità riscontrate alcune rischiano addirittura di diventare assurde: si pensi, ad esempio, ai campeggi locali, dove verrà attuata la tassa anche agli occupanti dei camper, mentre nelle aree destinate al parcheggio vicino le spiagge gli stessi pagheranno solo il ticket ed i profitti saranno incassati dal comune e la società appaltatrice.

L’amministrazione dimentica inoltre, oltre che di confrontarsi con importanti rappresentanze di categoria, che le nostre strutture ricettive vengono scelte da moltissimi lavoratori e operai del comprensorio, che prediligono la nostra città proprio in virtù del maggior risparmio. In base alle tipologie di alloggio, invece, la tassa prevista andrebbe a variare da 1.50 a 3.50 euro per giorno di permanenza. Ciò potrebbe tradursi in un pregiudizio per le nostre strutture, considerando che il turismo prettamente vacanziero copre oramai poco più di due mesi, mentre nel resto dell’anno la clientela è di tipo business, lavoratori che soggiornano per periodi brevi e la cui scelta potrebbe a questo punto ricadere su posti limitrofi.

Le stagioni turistiche 2024 e 2025 gestite da questa amministrazione sono già oggetto di record in negativo visto che le presenze sono in netto calo rispetto alle precedenti; serve un cambio di passo e meno improvvisazione.