Riceviamo e pubblichiamo
E’ certo che la progettazione del Ponte sul fiume Mignone come variante al progetto del Lotto 6B, è un risultato della battaglia del Comitato, così come i lavori integrativi di messa in sicurezza di alcune strade secondarie a cura della SAT di questi giorni. Il Comitato aveva denunciato l’inesistenza di pozzetti idraulici su alcune strade secondarie, necessari per la comunità e per la viabilità secondaria degli utenti che non potranno o meglio non vorranno utilizzare l’autostrada a pagamento imposta da SAT.
La SP litoranea è stata chiusa per quasi tre mesi, solo per un allargamento quasi impercettibile, per stendere un tappetino d’asfalto e aggiungere un guard-rail, migliorie certo necessarie ma evidentemente insufficienti. Quanto durerà l’aspetto pettinato quando diventerà l’unica alternativa all’Autostrada per il traffico locale, quello dei mezzi agricoli e pesanti?
I lavori dell’Autostrada continuano, lenti e sempre più pericolosi, invadono la sede dell’attuale Aurelia, nel periodo di maggior afflusso del traffico, dimostrando solo l’arroganza e il potere di lavorare senza controlli. In più di un’occasione, lavorando all’acquedotto in zona Mignone, la SAT ha interrotto arbitrariamente il servizio idrico. Pur essendo lavori di manutenzione programmata non si è ritenuto doveroso darne comunicazione agli utenti né agli uffici comunali, contravvenendo al rispetto della comunità che ci vive e senza che nessuna autorità questo rispetto delle regole lo pretendesse, dimostrando una prepotenza senza limite alcuno.
L’Autostrada, che era stata presentata al territorio come una grande risorsa di lavoro e sviluppo, si è dimostrata tutt’altro, un’opera portata avanti con cantieri spesso improvvisati, priva di segnaletica adeguata, di avvisi chiari agli utenti. Lavoro? Non ne ha dato a quasi nessuno, la pochissima manovalanza è venuta da fuori, poche decine di lavoratori contro le migliaia promesse dal Presidente Bargone, dalla SAT e dal Sindaco di Tarquinia.
Il Comitato per il Diritto alla Mobilità dal canto suo, continuerà la sua opera di denuncia, forte del fatto che sono sempre di più i cittadini che sostengono le nostre iniziative, tanti mettono il proprio impegno a servizio di una comunità altrimenti lasciata sola, una comunità in cui ognuno dà il proprio contributo, piccolo o grande che sia. Questa è anche l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla cena-incontro del 29 maggio al casale dell’Asco, un’iniziativa che ci dà il coraggio e le risorse per andare avanti.
La comunità risponde e continuerà la sua opera di denuncia, con coraggio e nella speranza che la cittadinanza smetta una buona volta di fidarsi delle promesse e delle chiacchiere e si affidi di più ai documenti, che hanno sempre mostrato la verità. In attesa della discussione del ricorso al TAR Lazio, rinnoviamo il nostro invito alla Prefettura di Viterbo, ma anche alla procura di Civitavecchia, a rispondere agli esposti depositati dal mese di Dicembre del 2013 e sottoscritti da molti cittadini, nella speranza di continuare a credere che la partecipazione è preziosa, che la legalità, spesso latitante, è indispensabile.
Comitato per il diritto alla Mobilità di Tarquinia