
Riceviamo da un lettore e pubblichiamo

Via Ripagretta, a Tarquinia, è una delle vie più lunghe del nostro comune e va da Porta Clementina al cimitero di San Lorenzo (forse anche oltre).
Nel suo percorso, quasi rettilineo, si incontrano molte abitazioni costruite, per lo più, negli anni 60 – 70; c‘è un parco di recente costruzione, chiamato il Parco delle Mura, a ridosso delle mura di cinta, e un giardinetto obsoleto, un tempo sempre brulicante di ragazzini, oggi un po’ abbandonato a se stesso. Ma via Ripagretta, oltre ad essere una delle entrate principali del paese, è soprattutto la via dove si trovano le famose tombe con decorazioni pittoriche della Necropoli Etrusca dei Monterozzi, sito patrimonio dell’ UNESCO, meta di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Chiaramente questa strada poggia le sue basi sopra moltissime tombe etrusche, che ogni tanto vengono alla luce per via degli scavi per telefonia, gas ecc., per le perdite di acqua della conduttura o per l’intenso traffico, specialmente degli autobus (Tarquinia, forse, unica cittadina turistica che fa scendere e risalire i visitatori dai bus davanti al sito, creando non poche criticità). A volte è successo che si sono aperte delle voragini sull’asfalto, inghiottendo auto e camioncini.
Nel 1985, dopo la scoperta di una tomba chiamata dei Demoni Azzurri, per renderla visitabile al pubblico fu fatta una variante sulla strada stessa, soprannominata poi da noi residenti “chicane dell’ autodromo di via Ripagretta”. Perché autodromo? Perché di questo si tratta! Auto, suv, bus, motociclette… fanno a gara nel non rispettare i limiti di velocità, che – per un lungo tratto – addirittura è di 30 km/h.
L’inquinamento atmosferico e soprattutto acustico, anche per via delle molte buche sull’asfalto, ce n’è una enorme davanti al civico 62 , è altissimo e crea non pochi disagi ai numerosi abitanti, specialmente in estate, di notte, con le finestre aperte, ora anche le radici dei pini stanno alzando l’ asfalto dal lato opposto della strada.
Negli ultimi 3 – 4 anni il traffico è aumentato in modo considerevole, attraversare sulle strisce pedonali è diventata un’impresa; quando esci da uno stop per immetterti sulla via ti devi fare il segno della croce, sia per la velocità delle auto sia perché, spesso, la visibilità per vari motivi è ridotta; quando piove puoi anche non portare l’ombrello: tanto se non ti bagni da sopra, ti bagni da sotto per gli schizzi delle auto che ti raggiungono sul marciapiede!
In via Ripagretta ci sono stati e ci sono molti incidenti, quasi tutti per alta velocità, fortunatamente senza gravi conseguenze. Su tutti va ricordato quando una BMW, con quattro ragazzi a bordo, ha distrutto un muro e una ringhiera, atterrando poi nei garage sottostanti, dopo un volo di 4 metri. Senza andare troppo lontano nel tempo: alcuni giorni fa è stata sfondata, per l’ennesima volta, la grande grata, pesantissima, che recinta la “chicane dei Demoni Azzurri”; chi passa, specialmente a piedi, può vedere tutte le riparazioni che sono state fatte a questa protezione, gli archetti parapedonali sono quasi tutti divelti e buttati all’ interno del parco archeologico. Ormai chi va a visitare il cimitero a piedi compie un atto eroico! La creazione del parcheggio per le auto è forse l’opera migliore che è stata fatta nel tempo, anche se l’uscita da questo parcheggio, a ridosso della chicane, crea qualche problema, sempre per l’alta velocita delle auto.
Questa nostra lettera non è per polemizzare contro l’attuale amministrazione comunale, che si è insediata da un anno (anche se alcuni consiglieri e assessori anno fatto parte di passate legislature), e magari sta studiando qualche miglioria, ma vuole essere una sollecitazione, per cercare di risolvere un problema che da troppo tempo si trascina e che nessuno affronta, considerando anche che il traffico è in costante aumento e chi rispetta le regole stradali sono sempre meno persone.
Chiediamo di rendere questa via più sicura e vivibile per gli abitanti, per gli automobilisti, per i turisti, che a migliaia visitano il nostro paese durante l’anno, e anche per coloro che, da secoli, giacciono nelle loro dimore sepolcrali. Delle feci dei cani sul marciapiede, che tutte le mattine gli operatori ecologici raccolgono, ne parliamo un’altra volta.
Cordiali saluti
Lettera firmata
