“Divino Etrusco 2025, la bellezza di un format che cambia senza cambiare”

Riceviamo da Carlo Zucchetti, L’Enogastronomo “col Cappello”, e pubblichiamo

Con l’arrivo dell’autunno è tempo di bilanci per la stagione degli eventi estivi. Tra questi spicca il successo della 19ª edizione del DiVino Etrusco, che ha animato il centro storico di Tarquinia dal 21 al 24 e dal 28 al 30 agosto. Ancora una volta la manifestazione ha confermato la forza di un format capace di unire cultura, vino e intrattenimento, grazie a una macchina organizzativa ormai collaudata e apprezzata da un pubblico sempre più numeroso di appassionati e gourmet.

Il segreto del DiVino Etrusco è la capacità di rinnovarsi senza mai snaturare la sua essenza: rendere protagonista il centro storico della città e valorizzare l’identità culturale di un territorio, quello dell’antica Dodecapoli Etrusca, che continua a ispirare e raccontare la storia locale.

Tra le novità dell’ultima edizione spicca la partecipazione di cantine provenienti dalle zone di insediamento nuragico, a testimoniare i legami e gli scambi commerciali tra Etruschi e Sardegna. Un filo conduttore ripreso anche nella lectio magistralis di Vincenzo Bellelli, direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (PACT). Grande emozione ha suscitato l’esposizione straordinaria – la prima assoluta – della navicella nuragica.
Il connubio tra vino e cultura si è rafforzato grazie alle aperture straordinarie del Museo Nazionale Archeologico di Tarquinia e alle visite guidate serali curate dal personale del PACT nelle suggestive sale di Palazzo Vitelleschi.

Ma il vero successo del DiVino Etrusco non si misura solo nei numeri – pur in costante crescita – quanto nella sua capacità di restituire vitalità ai luoghi e generare ricadute concrete sul tessuto economico locale. Negli ultimi anni, infatti, il festival ha stimolato la nascita di nuove realtà vitivinicole: a Tarquinia le cantine sono passate dalle 4 degli esordi alle attuali 10, con un percorso simile anche a Cerveteri. Realtà giovani ma determinate, che stanno portando avanti progetti chiari e innovativi.

Altro punto di forza è la cultura del bere consapevole, che distingue l’evento per eleganza e qualità. Grazie al supporto dei sommelier Fisar Tuscia Viterbese, i visitatori hanno potuto intraprendere un percorso di degustazione con oltre 90 etichette a disposizione, il tutto con un ticket di soli € 20,00.
Un ringraziamento particolare al gruppo di lavoro www.carlozucchetti.it, senza di loro non sarei riuscito a mettere in evidenza l’alta qualità dei vini, e ai ragazzi del DiVino Etrusco, vera anima pulsante della manifestazione, così come le oltre 40 cantine che ci hanno dato fiducia portando in degustazione vere e proprie chicche per enoappassionati, accorsi a Tarquinia da tutta Italia.

Fondamentale il ruolo della Pro Loco Tarquinia e del Comune di Tarquinia che hanno garantito un’organizzazione puntuale di un evento tanto articolato: non solo vino, ma anche un fitto calendario di concerti curato da Emanuele Tienforti e di spettacoli con gli artisti di strada proposti dal Circo Verde, i laboratori gastronomici di Slow Food e il percorso del DiVin Mangiando ideato da Vittoria Tassoni.

Il DiVino Etrusco è oggi molto più di un festival: è un patrimonio condiviso, radicato nella Città di Tarquinia e nella sua comunità. Un evento che riesce ad attrarre visitatori, generare nuove opportunità, promuovere il territorio e, soprattutto, rinnovare ogni anno la volontà degli organizzatori di custodirne la bellezza.