Come si ricorderà il 29 ottobre scorso il sindaco, con un’ordinanza – la n° 8194 – stranamente non diffusa con la consueta prassi della pubblica affissione di manifesti, ha proibito la somministrazione del liquido ai bambini di età inferiore a tre anni e alle donne in stato di gravidanza. L’ordinanza prevede, inoltre, l’obbligo da parte delle industrie alimentari di provvedere in proprio ad assicurare che l’acqua aggiunta intenzionalmente agli alimenti come parte integrante e sostanziale gli alimenti non presenti concentrazioni di arsenico superiori ai 10 microgrammi/litro.
La gravità del problema che coinvolge, in primis, le giovani mamme e i loro figli, i gestori della attività dove si preparano e somministrano alimenti e bevande, ha mobilitato un gran numero di persone sensibili, le quali, con spontaneità e grande senso di partecipazione, hanno voluto farsi promotori dell’iniziativa diffondendola in maniera virale presso i loro conoscenti, amici e parenti.
Anche per questo, la promozione delle adesioni si sta diffondendo a macchia d’olio in ogni quartiere della città dove, in alcuni casi, come riportano alcuni attivisti, la notizia dello sforamento dei valori dell’arsenico oltre le soglie consentite per l’uso integrale e potabile delle acque, non era nemmeno giunta. Nonché su facebook, dove è stata creata una pagina apposita per informare i cittadini e coordinare la raccolta.
L’edicola Di Marcantonio, in piazza Cavour, ha inoltre dato disponibilità per la raccolta dei moduli diffusi per la sottoscrizione.