Acque “scarse” e divieto di balneazione: le verità sul fiume Marta

di Fabrizio Ercolani

La foce del fiume Marta è inquinata o il divieto di balneazione è dovuto, come affermato pubblicamente dal Sindaco Mazzola, a motivi diversi dall’inquinamento? A fare chiarezza sulla vicenda è la classificazione adottata dalla Regione Lazio.

Le acque della foce del fiume Marta vengono considerate acque scarse. Sulla base di quanto asserito sul decreto legislativo 116/08 le acque di balneazione possono essere temporaneamente classificate come acque di qualità «scarsa». In tale caso le regioni e le province autonome debbono assicurare adeguate misure di gestione, inclusi il divieto di balneazione, per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento; l’individuazione delle cause e delle ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo «sufficiente»; adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento; ed infine avvertire il pubblico mediante un segnale chiaro e semplice ed informarlo delle cause dell’inquinamento e dei provvedimenti adottati sulla base del profilo delle acque di balneazione.

Si parla dunque chiaramente di cause di inquinamento per cui l’amletico dubbio sembra già avere una risposta. Inoltre se le acque di balneazione sono classificate di qualità «scarsa» per cinque anni consecutivi, è disposto un divieto permanente di balneazione. In parole povere la foce del fiume Marta dal momento in cui è stata inserita nei siti che denotano una qualità dell’acqua scarsa e per cinque anni il suo sbocco a mare è interdetto alla balneazione. Tuttavia interviene il decreto ministeriale del 30/03/2010 a fare chiarezza sulle modalità attraverso le quali si può richiedere una revisione della classificazione. “Le acque classificate «scarse», e temporaneamente vietate alla in base all’art. 8, comma 4del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 116, potranno essere riaperte alla balneazione solo a seguito dell’attuazione delle misure di risanamento previste nel decreto. Poste in atto tali misure si potrà monitorare nuovamente il punto e procedere ad una nuova classificazione secondo quanto previsto all’art. 7, comma 5, lettera b) del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 116.”- si legge testualmente. Una classificazione dunque che fa definitivamente chiarezza sullo stato di balneabilità della foce del Fiume Marta.