“Non possono più morire così”: anche Viterbo lancia un appello alle istituzioni

Riceviamo e pubblichiamo

Non possono più morire così. Anche il Comune di Vitebo, a pochi giorni dalla tragedia avvenuta a Lampedusa, lancia un appello alle istituzioni. Lo fa attraverso una delibera proposta dal sindaco Michelini, condivisa da tutti gli assessori e in corso di approvazione da parte della giunta di Palazzo dei Priori. “Considerata la tragedia – si legge nel documento – l’ennesima e, disgraziatamente, annunciata, che ha visto all’alba dello scorso 3 ottobre sulle coste di Lampedusa, frontiera meridionale dell’Unione europea, la morte e la disperazione di uomini, donne e bambini migranti, viste le immagini e le testimonianze di quanto accaduto, che impongono una presa di coscienza da parte di tutti, cittadini, enti locali, istituzioni nazionali e comunitarie per mettere finalmente in campo azioni conseguenti, concrete e immediate, e considerato che cittadini e istituzioni devono farsi carico con grande senso di responsabilità di questa tragedia, il Comune di Viterbo lancia un appello a tutte le istituzioni, in particolare all’Unione Europea, affinchè rendano attuative politiche inclusive e rispettose dei diritti umani e civili, e soprattutto intervengano con coraggio e decisione per non consentire più simili tragedie, nel rispetto della dignità umana, invitando inoltre i Comuni e i portatori di interesse a sostenere l’appello Non possono più morire così.

Nella proposta di delibera si fa inoltre riferimento alle parole del sindaco delle isole di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini, pronunciate a pochi mesi dalla sua elezione e a pochi giorni da un’altra tragedia, ma anche alle considerazioni del commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, secondo la quale “L’Ue e i suoi Stati membri possono svolgere un ruolo cruciale per stimolare una maggiore cooperazione internazionale in materia di migrazione e sviluppo. L’Ue può offrire e condividere la propria esperienza riguardo alle principali questioni di interesse per la comunità mondiale: promuovere la tutela dei diritti umani di tutti i migranti, fornire assistenza nelle situazioni che ne mettono a rischio la vita e portare avanti la mobilità del lavoro a livello regionale e internazionale”.