di Francesco Rotatori
Il secolo d’oro dell’impero si era improvvisamente chiuso con la decadenza dei commerci e una grave crisi agricola a cui seguì l’inflazione. La situazione politica era degenerata di giorno in giorno, e una serie di comandanti si erano susseguiti velocemente al potere con una conseguente instabilità crescente. Commodo era difatti caduto vittima di una congiura, Pertinace governò per soli tre mesi, Didio Giuliano comprò addirittura all’asta il titolo di imperator, Settimio Severo prevalse coll’aiuto dell’esercito, Caracalla fece assassinare il fratello Geta per ascendere al soglio imperiale ma si trovò colpito a morte da Macrino, a sua volta deposto da Eliogabalo sotto l’influsso della nonna Giulia Mesa, che tra l’altro non esitò a fare uccidere il nipote per favorirne un altro, Alessandro Severo, il quale fu assalito dai suoi stessi militari dopo un regno di una decina d’anni, Massimino il Trace, il primo imperatore barbaro, durò nemmeno tre anni. Anni di anarchia militare e di signori della guerra condussero infine all’avvento della riorganizzazione dell’impero e della sua stessa divisione in quattro regioni sotto Diocleziano. Alla sua abdicazione (305 d.C.) si era conclusa un’epoca di distruzione e ne era iniziata un’altra, quella cristiana, con il grande Costantino.
E proprio a quest’ultimo ambito è legata un’affascinante attività proposta dalla direzione museale: due mercoledì al mese, da marzo a maggio, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma saranno in mostra a disegnare dal vivo i volti di pietra, cercando di carpirne i segreti e di riportarne con varie tecniche le espressioni profonde, e a tutorare gli eventuali interessati e curiosi che si avvicinano per la prima volta in questo modo alla ricerca storico-artistica.
Non dobbiamo accostarci a questo mondo romano pensando che sia del tutto diverso dal nostro: le disgrazie naturali, le gravi crisi economico-finanziarie, il crollo della borsa, la successione di governi-lampo impossibilitati a ottenere completamente il consenso popolare, la fuoriuscita di una miriade di credenze religiose e tendenze innovative che si sommano alle tradizioni comuni… Siamo davvero così lontani da quella realtà?