Aree interne, Alleanza Verdi-Sinistra: “Il nuovo piano strategico rischia di condannare la Tuscia al declino”

Riceviamo dalla Federazione Provinciale di Sinistra Italiana/AVS e pubblichiamo

Il governo condanna alla morte “dolce” interi territori, proclamando senza pudore come obiettivo l’accompagnamento di essi, cioè delle donne e degli uomini che lì vivono, verso una lenta e inesorabile scomparsa. Lo strumento di questo killeraggio è il “nuovo” Piano strategico nazionale per le Aree interne 2021/2027” scritto e prodotto senza alcuna trasparenza e confronto come ben si addice ai colpi di mano, il documento che dovrebbe valutare la distribuzione di servizi e infrastrutture e, secondo noi, prevedere investimenti che, a medio e lungo termine, consentano ai cittadini e alle cittadine del Paese di trovarsi in una situazione di reale equità sociale e di condizioni esistenziali omogenee su tutto il territorio.

Una mappa variopinta accompagna il suddetto. Piano strategico, dove i colori permettono di visualizzare con immediatezza i “centri” di offerta e servizi e le “periferie”, definite “aree interne” non per posizione geografica ma per marginalità, economica e strutturale che determina una crisi che si traduce in spopolamento, invecchiamento della popolazione, l’emigrazione giovanile e un più consistente calo della natalità. La nostra provincia, tranne il polo di Viterbo, presenta una marcata prevalenza di territorio definibile come area interna, secondo i parametri citati, cosa di facile percezione in una realtà dove i servizi primari, ovvero sanità, scuola e trasporti, non sono al primo posto dell’agenda politica né di chi governa né di chi amministra. Il servizio sanitario nazionale è ormai, nella nostra provincia, una annosa questione, in cui i centri sanitari sul territorio sono stati progressivamente chiusi, snaturati o accorpati e dove non si intravedono segnali rassicuranti, basti pensare alle vicende che stanno interessando l’ospedale di Tarquinia, da tempo sull’orlo di un baratro. Sullo stato drammatico dei trasporti, poi, non è possibile fare una sintesi in questa sede, ma le recentissime denunce dei comitati pendolari parlano da sole. In ultimo, la povertà educativa, definita in base alla qualità delle strutture scolastiche stesse, alla disponibilità di mense, di palestre e di ambienti in numero e in condizioni idonee per le attività scolastiche abituali, figuriamoci quelle extracurricolari, dimostra una sostanziale inadeguatezza dell’offerta nella nostra provincia, in ogni ordine scolastico.

Nemmeno le risorse del PNRR hanno saputo incidere sul divario che caratterizza le condizioni esistenziali e territoriali delle “aree interne” rispetto ai centri urbani, gli unici a risentire meno della mancanza di risorse adeguate ad un significativo miglioramento della qualità della vita.

Quanto detto rischia seriamente di compromettere la diversificazione economica utile ad un sistema sociale complesso, la funzione strutturale che le aree interne contribuiscono a sostenere, essendo luoghi di enorme valore ambientale, energetico, alimentare, ecc., tutti settori strategici in una realtà climatica delicata come quella che su scala mondiale si è ormai nettamente delineata. Possiamo quindi permettere che le aree interne subiscano un lento ed inesorabile declino senza azioni politiche di contrasto? Davvero questo vogliamo per la Tuscia viterbese?

Alleanza Verdi e Sinistra si batterà in Parlamento con tutte le sue forze contro queste scelte, cercando una convergenza sul tema con le altre forze di opposizione, perché le aree interne, cioè il 60% del Paese, non sono vuoti da riempire – pensiamo al nostro rischio di “ospitare” un deposito nazionale di scorie radioattiva – o da cancellare, ma comunità e territori preziosi che offrono a tutto il Paese servizi come ossigeno, acqua, legname, energia, cibo, paesaggio.