





Una tomba inviolata, risalente alla fine del VII secolo a.C., è stata rinvenuta nell’area del Caiolo, all’interno della necropoli etrusca di San Giuliano a Barbarano Romano (VT). Lo scavo, condotto dalla Baylor University of Texas su concessione del Ministero della Cultura, è diretto dal professor Davide Zori in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale. La tomba, sigillata da una grande lastra e databile all’epoca Orientalizzante recente, conserva ancora in situ vasi in ceramica fine dipinta, elementi bronzei e oggetti disposti secondo un preciso rituale funerario.
Un contesto raro e intatto: significato archeologico e tutela del patrimonio
Secondo la funzionaria della Soprintendenza, Barbara Barbaro, “la scoperta di un contesto integro rappresenta un fatto eccezionale in un’area colpita da numerose violazioni in passato”. La necropoli di San Giuliano comprende più di 500 tombe, molte delle quali danneggiate da scavi clandestini. Tra i siti già indagati figurano la Tomba della Regina – alta dieci metri e larga quattordici – e, più di recente, la Tomba della Salamandra, dove nel 2024 è stato recuperato uno scarabeo in corniola raffigurante un guerriero a cavallo, databile al IV secolo a.C. L’azione congiunta tra istituzioni ha consentito di recuperare e proteggere un patrimonio significativo che restituisce alla collettività un racconto autentico della civiltà etrusca.
Collaborazione e condivisione: un progetto partecipato tra istituzioni e territorio
La scoperta è frutto di una sinergia tra Ministero della Cultura, Comune di Barbarano Romano, Baylor University, Parco Regionale Marturanum, Forze dell’Ordine e cittadinanza. “È un evento collettivo – ha dichiarato la dott.ssa Barbaro – in cui il passato riaffiora nel presente. L’apertura della tomba è un ponte tra epoche, un momento di silenzio e rispetto verso chi ci ha preceduto”. L’emozione si traduce in un’azione concreta di tutela: “Siamo felici di aver sottratto questo materiale a chi lo avrebbe voluto illegalmente per pochi, trasformandolo in un racconto accessibile a tutti”, ha concluso la funzionaria. I lavori di scavo proseguiranno nei prossimi giorni, con la documentazione puntuale del sito e la valorizzazione del ritrovamento all’interno del Parco Archeologico.
