Bergonzini e Sposetti, una riflessione “fiume” ad un mese dalla fine dell’era Mencarini

Riceviamo e pubblichiamo

I cittadini romani stanno solo ora chiedono conto alla Sindaca Raggi della mancata soluzione di problemi annosi come la raccolta dei rifiuti, l’inquinamento, il traffico e la presenza dei bus turistici, il degrado urbano, l’occupazione abusiva degli immobili comunali, le questioni di ordine pubblico connesse e così di seguito.

Due anni e sei mesi (mediotermine di mandato) costituiscono, infatti, un tempo sufficiente per dare un giudizio sull’attività amministrativa, se non sulla base di risultati concretamente raggiunti quanto meno in termini di progettualità e di prospettive future. Nei confronti dell’Amministrazione Mencarini tale giudizio rimane inevitabilmente sospeso sia perché un anno risulta obiettivamente un lasso di tempo troppo breve (luglio 2017 insediamento – agosto 2018 decadenza) per una valutazione attendibile e sia per alcune evidenti difficoltà operative, che si erano da tempo appalesate.

Non per questo il rammarico appare minore in riferimento alla mancata soluzione di alcuni problemi, che la stessa Amministrazione uscente aveva inizialmente indicato come prioritari e per i quali l’Assessora competente, alla quale ho tentato di dare tutto il supporto possibile in termini di conoscenza e di ricerca, si era particolarmente impegnata, pur con la grave colpa di non aver adeguatamente pubblicizzato l’attività progettuale posta in essere.

Volendo elencare solo alcuni dei temi di maggiore interesse, partirei dal confronto o meglio dal contenzioso instaurato con la S.A.T. Società Autostrada Tirrenica per la sistemazione di tutte le criticità sulla viabilità principale e secondaria determinatisi a seguito dei lavori autostradali, quali la rotatoria allo svincolo sulla Provinciale Porto Clementino, le strade complanari e quelle vicinali (strada del Pidocchio), motivo di costante pericolosità. La sistemazione di una serie di spazi urbani a ridosso del Centro Storico, per la quale erano state avviate le pratiche amministrative per la eliminazione del Distributore di Carburanti sulla Circonvallazione Cardarelli con una previsione di area a verde e parcheggio in prossimità della Torre di Dante contestualmente alla sistemazione del “Bucone”, con la prospettiva di poter effettuare un parcheggio sottostante il giardino pubblico limitrofo. La realizzazione di un’altra area a verde e parcheggio in zona Clementina su un’area oggetto di cessione da parte del privato e l’ampliamento del parcheggio fuori la Barriera S. Giusto, previo anche in quel caso il recupero di un’area di servizio carburanti.

La definizione del rapporto concessorio trentennale con i proprietari del TOP 16, iniziato proprio nel 1988, che prevedeva la presa in carico di tutte le opere di urbanizzazione (sistemate) e degli spazi comuni, oltre all’adempimento di altre obbligazioni contrattuali.. Basti pensare che ancora non è formalmente intervenuta la cessione in proprietà del Comune dei locali dove è ubicata la Farmacia. L’avvio dei lavori per le opere di eliminazione del vincolo PAI su tutte le zone artigianali e commerciali fino alla Stazione di Tarquinia, finanziate con fondi europei, di cui è stato fatto quanto meno il progetto esecutivo per i vari pareri ministeriali.

La realizzazione di quest’opera attiene allo sviluppo produttivo ed occupazionale delle zone interessate suddette, nelle quali è ubicato anche il principale complesso scolastico di Tarquinia. La definizione delle proprietà ARSIAL, compresa la Cantina Cerveteri e tutti gli ampi terreni annessi, che permetterebbero la sistemazione definitiva sotto il profilo urbanistico di tutta la zona produttiva D/2, in cui è ricompresa la struttura. L’acquisizione in sicurezza di tutta una serie di terreni e strutture, come il Centro ChimicoMilitare, suscettibili di ampia utilizzazione a servizio della collettività, come anche varie aree al Lido di Tarquinia da destinare a verde e parcheggio. L’elenco completo delle iniziative avviate sarebbe troppo lungo. Purtroppo sono mancati i tempi necessari.

Tutto questo al netto della questione riguardante “S. Giorgio”, che non compariva in alcun modo nel Nostro programma elettorale, ma che alcuni hanno tentato di affrontare senza le opportune conoscenze storico-amministrative e senza la preparazione tecnico-urbanistica necessaria. Ma questa è un’altra storia….., che racconteremo più avanti. Così come storia diversa e particolare e quella del TEATRO comunale. Per tale questione permettetemi di attingere ai ricordi dell’altra vita amministrativa, nel corso della quale mi sono interessato della vicenda per la prima volta nella seduta del Consiglio Comunale del 20/12/1988, del quale facevo parte come consigliere. In quella occasione (Deliberazione n. 246) fu discussa ed approvata la risoluzione anticipata del contratto di locazione dell’immobile comunale adibito a “Cinema Teatro Moderno” nei confronti del gestore Ciatti Enzo, al quale veniva corrisposta una indennità di Lire 95.000.000=. La motivazione era quella di avviare gli atti e le procedure per la realizzazione di una struttura destinata “ .. alla programmazione di spettacoli teatrali, sia per favorire l’avvicinamento del pubblico a questo genere di cultura sia per dare spazio a formazioni di teatro locali che potrebbero avere così a loro disposizione una struttura stabile ..”, come si legge nella relazione allegata alla Delibera.

LPersonalmente ero contrario a tale iniziativa, che ritenevo eccessivamente costosa ed inopportuna prima di una adeguata progettazione complessiva sulle opere, sui costi necessari e sui tempi di realizzazione. Intervenni in Consiglio (facevo parte della maggioranza di allora presieduta dal Sindaco prof. Ciurluini) e feci presenti le mie perplessità, concludendo che con questo modo di operare vi era il pericolo che dopo “VENTI ANNI” il Teatro non sarebbe ancora stato realizzato, avendo nel tempo il Comune investito enormi risorse economiche, secondo un costume italico dello “spreco” di risorse pubbliche.. La mia rimase una voce isolata ed anche senza il mio consenso la Deliberazione fu approvata con 24 voti favorevoli (praticamente all’unanimità) e 1 contrario. Ricevetti nell’occasione varie pressioni (lecite) sotto il profilo politico, come presunto avversario di iniziative culturali indispensabili per la “crescita” della Città. Pur in presenza del mio (poco rilevante) parere contrario, con quell’atto e quell’impegno economico è partita l’avventura amministrativa per la realizzazione del Teatro, che, come semplice cittadino, ho sempre seguito nelle varie vicissitudini economiche e contrattuali. E’ stata un’avventura sfortunata, caratterizzata da problemi di varia natura economica, amministrativa, giudiziaria e progettuale (anche se il progetto iniziale redatto dall’arch. Proli è veramente apprezzabile dal punto di vista funzionale ed estetico, come potrà fra non molto essere verificato da tutti i cittadini). L’elenco dei meriti e delle eventuali responsabilità appare attualmente inutile, certo è che “VENTI ANNI” non sono bastati, ce ne sono voluti TRENTA: Consapevole della cosa, quando sono stato nuovamente investito di una qualche responsabilità amministrativa, la prima cosa che ho segnalato come prioritaria all’Assessorato ai Lavori Pubblici è stato il completamento del teatro, la realizzazione dell’appalto sugli arredi e l’acustica, nonché la sistemazione della pensilina esterna e dell’atrio. Da parte dell’Assessorato vi è stato il massimo impegno, cercando anche di abbreviare i tempi di Gara e di consegna, nonostante alcuni ulteriori impedimenti di carattere burocratico e difficoltà operative varie. Vi era la volontà di percorre più in fratta possibile “l’ultimo miglio” di un percorso lungo ed impervio, sicuramente nato sotto una “cattiva stella”.

Eravamo, comunque, sicuri che dopo Trenta anni dalla prima delibera n. 246/1988 saremmo stati Noi ad inaugurare finalmente il Teatro, magari con soddisfazione immeritata rispetto all’impegno anche di precedenti amministratori, ma pensando legittimamente di poter decidere sugli aspetti gestionali futuri dell’Opera. Tale sicurezza si è infranta sullo scoglio dello scioglimento prematuro della Amministrazione Mencarini. In una sorta di NEMESI STORICA il Teatro dovrà essere inaugurato dal Commissario. E a ben vedere, appare giusto così. Il Teatro costituisce un evento positivo per la Città ed in qualche modo purificatore di errori passati, di incomprensioni ed incompetenze, che è auspicabile non si ripetano al momento di affrontare tutti i problemi che affliggano il Nostro, pur privilegiato, Paese, dove “tutto è fermo ed incantato .. anche il “Vento”, secondo il ricordo di Cardarelli, ma dove tutto potrebbe essere al tempo stesso “in movimento”, favorito dalla felice collocazione territoriale sulle grandi vie di comunicazione nazionale e internazionale. L’auspicio è che i cittadini sappiano riavviare tale vivacità e capacità gestionale con le loro scelte elettorali prossime venture. Auguri a tutti, anche di buon Teatro.

Arrigo Bergonzini
Laura Sposetti