Oggi arriva un giorno che, purtroppo, negli ultimi mesi, tutti sapevamo sarebbe arrivato: quello in cui dobbiamo salutarti. Ci arrivi dopo un percorso, quello della malattia, che hai vissuto e ci hai permesso di condividere con la forza, la fede, la dignità che ci hai insegnato ad apprezzare, conoscendo te e i tuoi figli. E con l’amore, che hai dimostrato per loro e per tua moglie.
Attilio Rosati, con il quale hai condiviso chiacchierate ai bordi di quel campo di calcio, lo ricorda tramite un racconto che, con lui, volesti condividere, e che riporto testualmente come lui me l’ha trasmesso.
“La notte di ogni Natale, imbandiva la tavola di prelibatezze preparate con le sue mani di cuoco raffinato; due piatti, due posate, due porzioni di ogni cosa, una per lui, una per la sua compagna scomparsa a causa dello stesso male oscuro. Diceva di non essere mai solo, perché la donna che amava era sempre con lui, specialmente in queste occasioni speciali. Non ha mai smesso di desiderare di ritrovarla e camminare al suo fianco. Sarebbe davvero bello, se almeno questa sua speranza, ora, potesse diventare realtà”.
Una speranza che non posso che condividere, salutandoti e ringraziandoti. Buon viaggio prof, è stato un piacere conoscerti.