Riceviamo e pubblichiamo
Facendo un rapido calcolo, pallottoliere alla mano, si tratta di 6600 euro annui che, per arrivare a 400 mila ce ne metteranno 60 (sessanta) di anni. Se poi si hanno un minimo di nozioni di economia, in verità, si scopre che l’Ente genererà un consistente mancato profitto. Ma sorvoliamo. Tornando con i piedi per terra, almeno noi, ricordiamo invece con quanta facilità si sono sgretolati i sogni del Presidente Antonelli e delle sue amministrazioni in merito alla realizzazione di una struttura esclusiva generatrice di grande profitto. Degli slogan da campagna elettorale (perenne), di grandi obbiettivi sbandierati come raggiunti ora non v’è più traccia.
L’aprirsi ad una manifestazione di interesse corrisponde ad un fallimento conclamato, ad un irresponsabile tentativo di tappare delle falle aperte da una gestione sconsiderata, priva di programmazione ma solo figlia e specchio della presunzione di questa amministrazione. Quindi, nella speranza sentita che chi si è aggiudicato la gestione della struttura dell’Ente, nonostante debba prendersi carico di ingenti spese per la messa in funzione, riesca a trovare una soluzione per distinguersi come eccellenza e creare indotto per il territorio, chiediamo all’amministrazione di evitare figuracce se mai avessero intenzione di rivendicare successi in futuro. Non si dica insomma che, se l’Agriturismo funzionerà a dovere, il merito sia di Antonelli e Co., altrimenti si rischierebbe di somigliare fin troppo ad un burattino di collodiana memoria.
Manuel Catini
Consigliere Forza Italia dell’Università Agraria di Tarquinia