di Anna Alfieri
Il 166° derby Lazio-Roma/Roma-Lazio è ormai imminente e il suo fatale risultato è ancora chiuso nella mente degli Dei capitolini. Perciò, per esorcizzare la mia tensione di radicata tifosa di una delle due squadre, voglio trascorrere un po’ di questo duro tempo di attesa raccontando una strana storia. Così – come dice Lucio Dalla – mi distraggo un po’.
La strana storia che narrerò è adatta alla circostanza, giacché collega Tarquinia all’aquila che, dal 9 gennaio 1900 – giorno di fondazione della Società Sportiva Lazio – impera, appollaiata in forma di ricamo sullo scudetto dei giocatori biancocelesti, e nel frattempo dimostra come il nobile rapace, che nella sua antica simbologia di maestà autorità sacralità e comando rappresentò l’Urbe nelle sue più remote periferie imperiali, venne introdotta a Roma da un nostro antichissimo concittadino chiamato Luchmon. Il quale, come scrive Tito Livio, un bel giorno del secondo anno dopo la 42a Olimpiade, lasciò l’etrusca Tarquinia e si trasferì sulle rive del Tevere.
Poi anche Roma cadde, ma l’aquila continuò a vivere nel Sacro Impero che Carlo Magno chiamava “Romano” e, di dinastia in dinastia, fu presente ovunque in Europa e nel mondo aleggiasse un respiro imperiale. Non a caso, nel ventesimo secolo da poco trascorso, un marmoreo Dux italico fece del rapace che poteva fissare anche il sole, un uso – a suo modo di vedere – trionfale. Ahimé!
Attualmente a Tarquinia si possono ammirare ben sette aquile monumentali: sei di esse adornano la Fontana di Piazza, voluta e inaugurata nel 1724 da un cardinale che, guarda caso, si chiamava “Imperiali” ed un’altra svolazza, con qualche misterioso riferimento massonico, in cima al monumento di Mazzini.
Basta così, perché mi sto accorgendo che, scrivendo scrivendo e raccontando raccontando, il tempo destinato ad esorcizzare la troppo ansiosa attesa del derby è ormai quasi del tutto trascorso. Resta ancora a mia disposizione qualche minuto di recupero che saggiamente userò per precisare come, essendo stata fondata la S
Detto questo, l’ora fatale si avvicina. “Vinca la squadra migliore”, cioè quella per la quale io tifo da sempre. Però, comunque andranno le cose, alla vigilia del futuro 167° derby, per par condicio parlerò a lungo e molto volentieri anche della Lupa tottiana e capitolina. Così, per distrarmi un po’, come dice Lucio Dalla.