Che confusione… Sarà perchè votiamo!

di Stefano Tienforti

Ho un cerchio alla testa. Ma non mi ci sono svegliato, come il protagonista della canzone dei “Doppio Malto”. E, quindi, non è colpa di feste o stravizi. Lo stato confusionale è tutto figlio di chiacchiere, racconti, opinioni e resoconti politici: una passeggiata in Città e la presenza su Facebook possono, da questo punto di vista, rivelarsi fatali.

Quel che mi chiedo è come vivano ‘sta situazione i diretti protagonisti. Della serie: ma la fatica è solo mia, perché devo provare a riordinare i pezzi per raccontarli, o anche dei pezzi stessi?

In realtà, praticamente tutti i protagonisti di queste settimane preelettorali sembrano avere le idee chiarissime. Ed anzi, forse, proprio quello è il problema: ognuno ha la propria verità e, soprattutto, la ritiene più giusta e “vera” di quella degli altri. Il risultato è, appunto, da mal di testa: tante anime ed energie che – in alcuni casi con la più totale buona fede, in altri con qualche più o meno grande scheletro nell’armadio – mirano dritti al proprio scopo, in un calderone di nomi, progetti ed idee da cui è davvero difficile discernere qualcosa di comprensibile.

Chi,  in tutto questo, se la ride sotto i baffi (che non ha) è naturalmente il Sindaco Mazzola: se glielo si dice, sottolinea che se vincerà non sarà solo per demerito altrui, ma è evidente anche a lui che quanto sta accadendo in termini di frammentazione è un vantaggio clamoroso. E non è detto che, assieme ai suoi uomini, non stia lui stesso lavorando per rendere ancor più instabile la condizione dei suoi rivali.

Nel frattempo, novità rilevanti non ce ne sono: ieri sera, all’attesa riunione del Pdl, è stata di nuovo bagarre. E, questa, non è una notizia. Non più. Alcuni si attendevano, dal meeting in questione, la ratifica dell’accordo con Alfio Meraviglia, lasciando Minniti e gli altri “ribelli” liberi d’avventurarsi ad una candidatura in solitaria. In realtà, è stata rissa verbale, al termine della quale non s’è concluso nulla, rinviando di nuovo tutto ad un intervento autoritario da Viterbo.

E dal capoluogo si attendono decisioni importanti; ad esempio, quelle relative alla disponibilità dei simboli: chi potrà fregiarsi di quello dell’Udc? Ed a sostegno di chi, invece, apparirà sulla scheda elettorale quello del Pdl?

L’attesa creata dalla rottura minnitiana pare, naturalmente, danneggiare Meraviglia, che a un mese dalla chiusura delle liste deve ancora mordere il freno nell’annunciare una candidatura che è nell’aria da settimane. Ed avvantaggia, ancora una volta, Mazzola, già uscito allo scoperto con i manifesti e soprattutto con la propria lista di sostegno.

Se Minniti vorrà proseguire per la strada della candidatura a Sindaco – quella che, su face book, annuncia come una rivoluzione – la prima mossa che dovrà fare sarà convincere tutti che le voci di inciucio con Mazzola sono false, nonostante molti indizi portino a pensare il contrario. Lui ha già iniziato una campagna improntata su novità, gioventù, indipendenza: la capacità e l’efficacia nel trasmettere questo messaggio saranno fondamentale per il futuro di un’avventura già difficile in partenza.