Consegnate le proposte dei sindaci della provincia di Viterbo al Sottosegretario agli Interni

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri mattina, una delegazione di Sindaci, tra cui quello di Montalto di Castro, Sergio Caci, ha incontrato presso il Viminale il Sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci, per discutere sulle proposte che i primi cittadini della provincia di Viterbo hanno presentato al Governo.

All’incontro erano presenti i sindaci e i rappresentanti dei comuni di Acquapendente, Blera, Civita Castellana, Ronciglione, Sutri, Tarquinia, Vetralla e Viterbo; oltre a questi di grande importanza è stata la presenza del Prefetto Antonella Scolamiero.

Durante l’incontro è stata consegnata la lettera sottoscritta da tutti i sindaci, nella quale vengono menzionati dieci punti fondamentali:

1. Dare la possibilità ai comuni di rinegoziare i mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti, attraverso la revisione  dei tassi d’interesse e la ristrutturazione dei piani di ammortamento.

2. Prevedere il pagamento dei contributi regionali arretrati, concessi e non liquidati, con il riconoscimento degli interessi sostenuti dalle amministrazioni sulle anticipazioni di cassa e quelli reclamati dalle imprese per ritardato pagamento.

3. Tenere fuori dal patto di stabilità spese e investimenti resi obbligatori per legge relativi alla sicurezza di scuole, edifici pubblici, reti di servizio, nonché quelle relative alle ordinanze dei sindaci emesse per interventi urgenti e improcrastinabili.

4. Permettere l’impiego dei cassa integrati nelle pubbliche amministrazioni, nelle aziende pubbliche e private, disponibili a integrare la differenza tra quanto erogato dalla Stato e il salario percepito, aumentato del 10%, quale incentivo alla produttività.

5. Ampliare i poteri di ordinanza del sindaco per impiego di fondi destinati alle emergenze, sempre al di fuori dei limiti del patto di stabilità.

6. Istituire una Corporate Barter di Stato per il pagamento di Imposte – tributi – tasse – canoni, attraverso il conferimento volontario di beni e/o prestazioni, per tutti coloro che sono in stato di insolvenza per accertata mancanza di liquidità. Questo consentirebbe di fermare la pratica smodata del pignoramento, e ottenere un effettivo recupero da parte dello Stato o degli enti creditori.

7. La riscossione dei tributi, imposte, tasse e canoni, affidate ai comuni, che hanno la conoscenza del territorio e dei nuclei familiari, e possono modulare i pagamenti secondo le vere condizioni economiche del contribuente. Dismettere o rivedere le funzioni e i costi di riscossione di Equitalia.

8. Esclusione dal patto di stabilità dei comuni al di sotto dei 15 mila abitanti.

9. Possibilità di ricoprire posti chiave vacanti in pianta organica, con l’impiego di cassaintegrati, dipendenti in mobilità o in contratto di solidarietà.

10.   Risolvere il problema delle norme contraddittorie, generate da obblighi di legge, che mettono l’amministrazione nella condizione di inadempienza. Esempio: la normativa comunitaria, recepita dallo Stato italiano, impone il pagamento delle fatture entro 30 giorni dal loro ricevimento,  costringe i comuni a contingentare i pagamenti per il rispetto del patto di stabilità, generando contenziosi e richieste di risarcimento economico.

«Il Sottosegretario agli Interni – ha affermato il sindaco Sergio Caci – ha preso l’impegno di fare un nuovo incontro che si terrà a breve a Viterbo. Il Governo sta portando avanti un nuovo impianto normativo che non recepisca il solo problema ragionieristico di far tornare i conti alle amministrazioni comunali e che tuteli le vere esigenze del territorio. Tra queste, vincolare dal patto di stabilità alcune voci dell’edilizia scolastica, oppure ricoprire posti chiave vacanti in pianta organica, con l’impiego di cassaintegrati, dipendenti in mobilità o in contratto di solidarietà.

Sono soddisfatto dell’incontro avvenuto – conclude il primo cittadino – che è stato possibile con il  prezioso aiuto del Prefetto di Viterbo, Antonella Scolamiero, che ha fatto da portavoce dei sindaci della sua provincia: grazie alle sue pressioni e al suo interessamento  siamo riusciti ad ottenere una risposta concreta».

 Il Ministero dell’Interno ha, infine, invitato i sindaci dei comuni più piccoli ad intraprendere la strada della fusione dei comuni, una ipotesi sulla quale il primo cittadino sta già lavorando insieme ai sindaci di Canino e Cellere.