Coronavirus in Gran Bretagna, l’indice R scende tra 1 e 1,2: il valore più basso da inizio settembre

L’ R number, uno degli indicatori usati per determinare la diffusione del virus Covid-19, è sceso nel Regno Unito tra 1 e 1,2, il più vicino a 1 dall’inizio di settembre: la notizia arriva mentre l’Office for National Statistics afferma che il numero di persone infettate dal coronavirus sta rallentando.

I dati, che fanno riferimento al periodo fino al 6 novembre, cioè al giorno successivo l’inizio del secondo lockdown in Inghilterra, mostrano come le infezioni siano in calo nel nord-ovest ma aumentino nel sud e nelle Midlands. In Irlanda del Nord, i tassi di infezione si stanno stabilizzando – secondo quanto afferma l’ONS -, mentre in Galles restano in aumento. Troppo presto, invece, per fare una previsione sul trend in Scozia.

Le cifre diffuse oggi da bbc.com si basano su migliaia di test con tampone in famiglie casuali in tutto il Regno Unito: un metodo, questo, ritenuto uno dei più affidabili per giudicare quante persone sono infette dal virus, non solo quelle con sintomi.

I dati ONS per la settimana fino al 6 novembre mostrano che 1 persona su 85 aveva il virus, ovvero circa 620.000 persone in Inghilterra, 1 su 85 – o 35.300 persone – in Galles, 1 su 105 – ovvero 18.000 persone – in Irlanda del Nord e 1 su 135 – o 40.000 persone – in Scozia. In Inghilterra, il numero di nuovi casi si sta stabilizzando a 50.000 al giorno, sempre secondo i dati dell’ONS.

I più alti tassi di infezione sono stati osservati nei bambini in età scolare e negli adolescenti, sebbene sembrino stabilizzarsi anche in questi gruppi di età.

Giovedì, il governo ha annunciato un record di 33.470 nuovi casi confermati quotidianamente nel Regno Unito, dato che probabilmente si deve al fatto che le persone con sintomi si presentano nelle aree apposite per essere testati. Alcuni funzionari della sanità britannica hanno affermato che l’aumento potrebbe essere il risultato di persone infettatesi durante gli eccessi di socializzazione nei giorni precedenti l’inizio del secondo lockdown in Inghilterra, scattato il 5 novembre.

Secondo gli ultimi dati di Public Health England, i tassi di infezione stanno aumentando rapidamente negli ultraottantenni, che sono i più a rischio di Covid-19. PHE ha detto che limitare il contatto con gli altri “aiuterà a fermare la diffusione del virus e a proteggere le persone che amiamo”.