Riceviamo e pubblichiamo
Abbiamo partecipato a febbraio 2014 al primo convegno della società proponente e ne abbiamo organizzato uno ad aprile 2014 aperto alla cittadinanza spiegando tutti i perchè del no a un’altra industria nel nostro territorio prettamente agricolo, con prodotti DOP (finocchi, asparagi, carciofi, meloni, angurie, olivi, vigneti).
Oltremodo da oltre un anno stiamo contrastando la modifica parziale del progetto biogas a Tarquinia, partecipando anche alla conferenza dei servizi presso l’ufficio VIA (Vautazione Impatto Ambientale) della Regione Lazio il 15 luglio 2015, adducendo in quella sede, partecipata dai referenti della Provincia di VT e della Regione Lazio (assenti i rappresentanti del Comune di Tarquinia), dallo stesso F.Caucci proponente il progetto industriale, dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste suddette, dal Consorzio di Bonifica e dalla Consigliera regionale Silvia Blasi di Tarquinia. In questa variante progettuale rimarrebbero inalterate le circa 30.000 tonnellate/anno di nettezza organica (Tarquinia ne produce circa 3.500 t/anno…) in entrata (decine di camion al giorno con provenienza da tutta la provincia VT ed oltre ….); immodificate pure le migliaia di tonnellate di digestato quale prodotto e rifiuto finale (codice CER) della fermentazione metanogena da parte di batteri anaerobi molto pericolosi per l’ambiente e per l’uomo stesso; una riduzione della combustione (comunque inquinante) con produzione di energia da parte di un motore cogeneratore di 200 KW (anziché 999 KW) e la novità della presenza di giganteschi serbatoi di deposito per il metano prodotto e quindi stoccato in vicinanza estrema alle abitazioni locali suddette, con rischio incidenti vari tra cui l’esplosione; infine l’aumento del traffico di mezzi pesanti tra cui i carri bombolai.
Ribadiamo perciò il nostro dissenso assoluto, poiché una tale tipologia di centrale, i cui effetti inquinanti “nei limiti di legge” si andrebbero a sommare a quelli delle note fonti altamente inquinanti presenti nel nostro territorio, risulterebbe in assoluto contrasto al “principio di precauzione” riguardante le possibili e/o probabili minacce inquinanti ed anche in assoluto contrasto alla normativa Europea che vieterebbe l’insediamento di ulteriori industrie o fonti inquinanti in un territorio già martoriato da altre fonti inquinanti e/o industriali. Per l’appunto Il nostro territorio già vanta un primato di mortalità per cancro del 8 – 10% (a seconda della tipologia tumorale) rispetto al restante territorio laziale. Ecco perché no, caro amministratore delegato Franco Caucci, non c’è bisogno neanche di riparlarne per confondere i cittadini con le vostre “bio-terminologie”. Noi rimaniamo fermamente a favore della raccolta differenziata porta a porta e del compostaggio aerobico per il trattamento della Forsu ed ancor più a favore delle vere fonti energetiche rinnovabili: l’eolico ed il solare. Sicuramente se negassero gli ambiti incentivi statali milionari per le società proponenti, non staremmo più a perder tempo a parlare di questo tipo di industrie insalubri di prima categoria.
Dr. Gian Piero Baldi
Presidente Bio Ambiente di Tarquinia
Medico ISDE (sez. Italia)