“Emergenza caldo e cambiamenti climatici: cosa fa il Comune di Montalto di Castro?”

Riceviamo dal Comitato No al Fotovoltaico Selvaggio e pubblichiamo

Le temperature record che stanno investendo l’intero Paese non risparmiano neppure la nostra comunità, messa a dura prova da un’estate tra le più calde degli ultimi decenni. In un territorio che è stato trasformato, nella capitale europea del fotovoltaico, è doveroso interrogarsi su come il Comune intenda proteggere i suoi cittadini – soprattutto i più anziani e fragili – da ondate di calore sempre più frequenti e intense.

È un paradosso che non può più essere ignorato: Montalto di Castro ospita impianti che producono energia rinnovabile, ma lo ha fatto sacrificando ettari di vegetazione, terreni agricoli e zone verdi, ossia proprio quegli elementi che naturalmente contrastano l’innalzamento delle temperature. Se il fotovoltaico selvaggio ha contribuito a rendere il nostro ambiente più arido e meno ventilato, ora spetta all’amministrazione intervenire con misure concrete di adattamento climatico.

Ci chiediamo: il Comune ha predisposto un piano per fronteggiare l’emergenza caldo come stanno facendo molte altre amministrazioni d’Italia? Sono stati distribuiti dispositivi refrigeranti alle fasce più vulnerabili, come avviene in alcune città? Esistono protocolli in collaborazione con le ASL locali per l’attivazione di numeri verdi, ambulatori dedicati o servizi di assistenza domiciliare in caso di colpi di calore?

Soprattutto: le stesse società che hanno guadagnato miliardi trasformando il nostro territorio in una distesa di pannelli fotovoltaici, sono state coinvolte in azioni di responsabilità sociale? Hanno contribuito, anche simbolicamente, ad aiutare chi oggi soffre le conseguenze ambientali di scelte che li hanno visti protagonisti?

A queste domande si aggiunge oggi anche un tema urgente e delicato: quello della sicurezza. In concomitanza con i recenti e tristi incendi che hanno colpito il territorio comunale – incendi che, secondo quanto emerso, avrebbero coinvolto accidentalmente anche impianti fotovoltaici – ci chiediamo se il Comune abbia prontamente reagito con un’ordinanza specifica. È stato adottato un protocollo operativo per la gestione del rischio incendi legato agli impianti solari? Sono stati richiesti aggiornamenti tecnici ai gestori? È previsto un piano di messa in sicurezza, monitoraggio o manutenzione straordinaria?

La popolazione ha diritto a sapere se, a fronte delle concessioni edilizie e della progressiva desertificazione del paesaggio, esiste almeno una forma di ritorno collettivo sotto forma di servizi, prevenzione sanitaria, supporto sociale e sicurezza ambientale. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale renda pubblici al più presto i dati relativi alle azioni intraprese e che apra un tavolo di confronto serio con la cittadinanza e le realtà produttive del settore fotovoltaico.

In un territorio che si è assunto l’onere energetico dell’intero Paese, è tempo che anche i suoi abitanti vengano considerati non più solo numeri o ostacoli, ma persone da tutelare. Perché non esiste transizione ecologica senza giustizia climatica e sociale. Per la salvaguardia ambientale e la giustizia climatica di Montalto e Pescia. Contro il fotovoltaico selvaggio, per una vera sostenibilità