di Vincenzo Cipicchia
Mi alzo incuriosito per accendere la tv ed ascoltare il notiziario ma non faccio in tempo, guardo in basso dalla finestra e vedo girofari e ambulanze, mi affaccio e capisco dalle radio della polizia che anche qui stava accadendo qualcosa; proprio in quel momento il mio telefono comincia a ricevere notificazioni di messaggi, li ignoro e comincio quindi a filmare e a pubblicare su Facebook la cronaca di quello che accadeva. Nel frattempo la polizia sgomberava tutti i locali della piazza, anche con maniere assai brutali, e creava una barricata all’imbocco della rue Oberkampf, verso il Bataclan quindi, poi un primo momento di panico per sincerarmi che tutti i miei affetti non fossero coinvolti. Dal balcone comincio ad ascoltare le radio della polizia e capisco che dalla rue Bichat la scorribanda del terrore si é allungata verso Bastiglia, vicino, tra parentesi, alla sede di Charlie Hebdo per poi entrare al Bataclan, sede di concerti, e prendere in ostaggio il pubblico.
Gente che corre da tutte le parti spinta da poliziotti in borghese, grida e sirene, luci rosse, blu e gialle, non riesco a pensare e nemmeno a rispondere ai messaggi inquieti che mi arrivano, preso com’ero dall’agitata eccitazione di questo mio momento voyeuristico – lo so, la natura umana é quello che é e non ho potuto esimermi dal morbosa
Dalle radio si sentono i commenti di ribrezzo dei poliziotti che, dicono, camminano sui corpi della gente rinchiusa all’interno e in quel momento una processione di barelle comincia a discendere la rue Oberkampf, solo ora mi rendo conto di quello che sto vivendo e me ne dolgo.
La visione della quantità dei corpi che sono dirottati verso le ambulanze é spaventosa e richiama visioni apocalittiche di una realtà che non sono abituato a toccare con mano malgrado i miei viaggi in paesi come la Palestina dove la guerra é parte del quotidiano. Cerco di dormire ma solo questa mattina verso le 5 i rumori cominciano a scemare.
Stamani ascolto i resoconti più chiari sulla successione di sparatorie e mi riempio di rabbia per la cieca e bieca azione di questi tipi che sfruttano l’uccisione di persone innocenti per scopi che non mi sono veramente chiari, ma che ritengo oggettivamente futili e crudeli: non sono soldati di una guerra santa come
Mi é molto difficile costruire un pensiero completo questa mattina, troppa rabbia soprattutto,
ma da una parte anche solo parlarne, farne il centro dei nostri scambi d’opinione e mostrare quanto sia traumatizzato mi sembra vada nel senso nascosto dietro queste stragi; dall’altra, fare finta di niente, credo, esalterebbe invece l’individualismo a detrimento della comunità, la via dell’egoismo e dell’isolamento. In un caso come nell’altro, saremmo perdenti.
Comunque sia, nel primo caso, almeno c’é amore: amore per la democrazia, amore per i veri valori sociali, amore per la libertà d’espressione.
Qualora vi sembri ingenuo esaltare questi valori in un mondo dominato dall’individualismo, é che sono persuaso che un giorno questi stessi valori rinasceranno dalle loro ceneri : per questo motivo non cambierò le mie abitudini, sarebbe darla vinta a chi utilizza il terrore come arma di controllo della massa, ed esco quindi a prendere un caffé.