ESCLUSIVO – Sei mesi da Sindaco: Sergio Caci “racconta” i suoi primi tempi alla guida di Montalto

di Stefano Tienforti

Sei mesi fa, all’indomani delle elezioni comunali in cui il Popolo delle Libertà aveva perso colpi in ogni angolo d’Italia, i dirigenti del partito trovarono, almeno a livello mediatico, un salvagente a cui provare ad aggrapparsi nel naufragio. Cicchitto, Polverini ed altri, in quei giorni politicamente infausti per il centrodestra italiano, lanciarono alla ribalta Montalto di Castro, “strappata alla storica egemonia della sinistra”.

Senza sapere – o forse facendo finta di ignorarlo – che dietro quella bella e sostanziosa affermazione elettorale c’era qualcosa di più e di diverso rispetto alla mera sigla Pdl: c’era una coalizione talmente variegata di persone di differente provenienza politica che il sindaco che la guida – senza timore di smentita – non ha remore o problemi ad affermare che “a Montalto non ha vinto il Pdl”.

Quel sindaco è Sergio Caci, già consigliere d’opposizione nel corso della passata amministrazione Carai, durante la quale quasi subito uscì dal gruppo consigliare riconducibile al Pdl per intraprendere il percorso virtuoso che, quasi cinque anni dopo, avrebbe portato la sua squadra e lui alla guida del comune castrense.

“Quello che ha portato alla mia candidatura ed alla mia elezione è stato, di fatto, un laboratorio politico nato quasi senza che ce ne rendessimo conto – spiega il Primo cittadino – Tutto è nato da un gruppo civico, l’associazione politica “Obbiettivo Comune”, che negli anni ha saputo interfacciarsi con altre realtà cittadine e coinvolgere gruppi e singoli persone, portando avanti iniziative civiche e svolgendo, anche grazie al mio ruolo in consiglio comunale, attività di opposizione su temi di grosso rilievo, a partire dall’autostrada. Così, in vista delle elezioni, si è creata questa lista civica formata da attivisti di varia estrazione e provenienza politica: l’esempio più noto è quello di Eleonora Sacconi. Lei ed il suo gruppo avevano avuto problemi con il PD, noi abbiamo parlato e spiegato loro che, pur essendo già decisa la mia candidatura a sindaco, avrebbero con noi trovato spazio per realizzare i progetti in cui credono”.

Dalle parole alla creazione di una squadra capace di vincere a man bassa le elezioni. “Il risultato è stata una lista giovane e di totale rinnovamento, nell’ambito della quale si è anche deciso di non riproporre le due precedenti candidate alla carica di sindaco. Ed il bello è che il lavoro che ha portato a questa creazione non si è fermato con la vittoria alle comunali, anzi: i gruppi continuano a lavorare, e con spirito sempre giustamente critico. Sono uno stimolo importante ed è giusto che l’opera fatta prima, in fase di opposizione, continui anche ora”.

Secondo Caci, insomma, l’ingrediente chiave per la ricetta vincente è stato lavorare con e per i cittadini, mostrando loro il lato pratico ed utile della politica, quello che viene incontro alle necessità di una popolazione e di una comunità. “Ed infatti l’autostrada è stato un banco di prova importante per il gruppo di Obbiettivo Comune: organizzammo convegni e incontri e, soprattutto, passammo un’estate in piazza con un banchetto informativo, armati di mappe, per avvicinare i cittadini interessati e raccoglierne le osservazioni, sulla scia di quanto già era stato fatto a Capalbio. Dopo di che, confrontandoci con l’amministrazione comunale, riuscimmo a portare il tutto in un consiglio comunale straordinario, per far sì che le osservazione fossero raccolte in una delibera. La SAT, anche di fronte ad una tale unità d’intenti, le ha accolte tutte, dimostrandosi con noi molto disponibile ad affrontare problemi e recepire proposte. Come sta accadendo anche nella vicenda relativa al pedaggio: stiamo lavorando e studiando soluzione perché i cittadini di Montalto e Pescia non paghino il pedaggio”.

La presenza politica sul territorio e quest’opera utile di informazione ed intervento sono stati, quindi, il segreto per l’affermazione elettorale? “Il lavoro precedente è servito, ma anche il blocco della precedente amministrazione comunale – ammette Caci – Montalto era ferma d almeno tre anni, non si creava più nulla. Ed in un periodo come questo la gente s’è stancata della politica, c’è bisogno di altro: di liste civiche che abbiano in testa un rinnovamento concreto, che parta da scelte chiare di fronte agli elettori al momento delle candidature. Per questo – nonostante Cicchitto, all’indomani delle comunali, avesse citato Montalto come esempio virtuoso del partito – ho voluto chiarire, anche prendendomi qualche reprimenda, che a Montalto non ha vinto il PdL, ma un insieme di persone, un progetto che molto probabilmente andrà riproposto anche ad altri livelli. Per le Regionali, ad esempio, spero in scelte giovani e miranti al nuovo”.

E qui arriva uno dei nodi chiave: la “particolare” posizione del neo sindaco nei confronti della politica, che lui stesso spiega così: “Avessi seguito le direttive di partito, ora probabilmente non sarei sindaco, e forse nemmeno sarei stato candidato. Ma quella scelta anche decisa, che in parte ha sfidato le gerarchie di partito, nasce dalla libertà di poter dire quel che penso: ho un mio lavoro – e la mia posizione, così come quella di tutta l’amministrazione, è con trasparenza a disposizione dei cittadini tramite l’anagrafe pubblica degli eletti – non sono sotto scacco né ricattabile. È una condizione importante per compiere certi passi e certe scelte: per quello credo ci si debba ben guardare dal votare chi fa politica per lavoro”. Posizione chiara ed anche apertamente critica nei confronti di buona parte dell’ambiente amministrativo che, dall’ambito nazionale in giù, è oggi responsabile del governo a vari livelli in Italia.

Modo di intendere le cose – e la politica – che ad ogni modo lo ha portato ad indossare la fascia tricolore alla guida di una realtà complessa come quella di Montalto e Pescia: un’esperienza iniziata da poco, ma già vissuta con intensità e idee chiare. “Sono stati sei mesi impegnativi e frenetici – ricorda Caci – le aspettative erano e sono alte, ma le stiamo affrontando piano piano, agendo per temi, passo dopo passo. Sono molte le iniziative già messe in campo, ma man mano stiamo delineando una programmazione che possa permetterci di affrontare con efficienza i progetti che abbiamo in mente”. Perché, Montalto, di prospettive ne ha molte, ed in tanti ambiti. A partire dal turismo e l’archeologia, parole che nella città castrense si sintetizzano in un unico nome: Vulci.

“Vulci ha bisogno di attività più dinamiche – l’opinione del sindaco – abbiamo trovato sprechi enormi su Mastarna, iniziative soffocate, rapporti non idilliaci con la Soprintendenza ed addirittura nulli con il Comune di Canino. Siamo stati sin da subito dell’idea che quest’approccio vada cambiato, ed il primo esempio lo abbiamo dato con la Sfinge, che abbiamo subito voluto esporre al Castello della Badia, nonostante le difficoltà per allestire in tempi strettissimi tutto il necessario”.

parco archeologico vulci sfingeLa Sfinge, insomma, simbolo della rinascita di un sito dalle potenzialità inespresse. “Da qui vogliamo partire – spiega con determinazione Caci – e le idee ci sono: lavoriamo per ristabilire rapporti di forte collaborazione con tutti gli enti coinvolti, ad iniziare dalla Direzione Generale del Ministero dei Beni Culturali per i lavori di scavo da parte di università straniere sia alla necropoli che alla città. Il tutto nell’ottica di un totale restyling del marketing del parco Archeologico – che passi anche dal recupero del Festival di Vulci e dall’ottimo lavoro di promozione che, in materia, sta svolgendo La7 con alcune su trasmissioni su Montalto – e della realizzazione di un Museo della scultura etrusca a San Sisto, che possa ospitare anche una biblioteca archeologica”.

Per fare tutto questo, però, secondo la nuova amministrazione servono strumenti nuovi. “Mastarna è in liquidazione da giugno, ed è nostra intenzione stimolare l’ingresso di privati nella gestione del parco: pensiamo alle banche, all’Enel, alla Fondazione Telecom, con la quale abbiamo rapporti sempre a seguito della collaborazione con la7. La formula dovrà essere quella della Fondazione, di cui il Comune sarà socio maggioritario e che avrà tre grandi obiettivi gestionali: snellire una struttura ora farraginosa, dare spazio alle professionalità e tutelare i posti di lavoro. Secondo i nostri programmi, dopo un periodo di lavoro parallelo tra Mastarna e la nuova Fondazione, quest’ultima dovrebbe prendere le redini della gestione entro la fine del 2013”.

Ma amministrare non significa soltanto progettare; vuol dire anche – anzi, spesso – far fronte a problematiche, urgenze, necessità, scelte e battaglie. Già detto dell’autostrada, a Montalto resta d’attualità un altro tema di rilievo per il futuro cittadino: le decisioni sul biogas e sugli impianti che potrebbero sorgere sul territorio cittadino. “Sul biogas la nostra posizione è stata chiara sin da subito – spiega Caci – siamo favorevoli a questa forma di produzione d’energia, ma fermamente contrari alle speculazioni. Se gli impianti servono a smaltire i residui secondo le necessità dell’economia montaltese ok, ma se è soltanto mero affarismo no. Per questo abbiamo detto con decisione “No”. Peraltro il Tar ci ha dato ragione, pronunciandosi a nostro favore per quanto riguarda l’impianto in località Mandrione”.

Ed un’ultima domanda al Primo cittadino non poteva che essere un pizzico provocatoria, andando a toccare il tema delle difficoltà – spesso emerse anche a mezzo stampa – di un centrosinistra montaltese ancora in difficoltà dopo la sconfitta elettorale. “Amministrare con un’opposizione in queste condizioni è oggettivamente più semplice – sorride il Sindaco – ma io amo la politica, e mi piacerebbe avere in consiglio comunale una minoranza diversa, magari composta dai due giovani non eletti nelle liste PD. Chiaro, mi fa più comodo avere Carai e Brizi, ma ho fatto opposizione e sono certo che la vicinanza di età con i due ragazzi ci aiuterebbe, che cresceremmo assieme ottenendo tutti quanti risultati migliori. In tal senso, sono contento della nomina della Bronzetti come segretario: l’esperienza, anche quella di Obiettivo Comune, dimostra come anche il lavoro d’opposizione porta benefici alla cittadinanza”.