Riceviamo e pubblichiamo
«Seguendo la logica del cuore – affermano i sindaci Caci e Pucci – siamo convinti che il destino di queste preziose opere, ora stipate nella casa della famiglia Torlonia, sia quello di tornare nella loro terra d’origine, per essere meglio comprese in virtù di quell’intimo legame che esiste tra un’espressione artistica e l’ambiente da cui essa ha tratto ispirazione, nonostante la mirabile “resilienza” che ogni capolavoro ha in sé».
«Il rischio più grande – scrivono i sindaci nella lettera – è quello di cadere nell’oblio, che diventa dimenticanza dell’arte passata, impronta fondamentale capace di influenzare direttamente l’officina delle emozioni di un popolo che, per sentirsi tale, ha bisogno di riconoscersi in un’identità culturale. Noi sindaci del Comune di Montalto di Castro e Canino – si legge in un passo della lettera al Ministro – Le garantiamo tutto l’appoggio possibile come enti territoriali, consci dell’onerosa responsabilità che l’Italia e il suo patrimonio artistico rappresentino.
Crediamo che la valorizzazione debba essere considerata un’occasione di rilancio. Il bel Paese non può rimanere patria di luoghi in cui ignoranza e interessi oltraggiano quotidianamente l’articolo 9 della nostra Costituzione. Lo sviluppo culturale – concludono i sindaci – non può dunque essere ritenuto un fatto secondario rispetto alle dinamiche di un mondo progredito».