Ici tra Comune e Agraria: la soluzione non arriva. E Tarquinia paga…

di Stefano Tienforti

Avevamo lasciato la diatriba Comune-Università Agraria sull’Ici arretrata – e sui dovuti interessi – ad una sera di un paio di settimane fa, in un consiglio dell’Ente nel quale maggioranza ed opposizione votarono compatte per approvare la datio in solutum che, con la cessione al Comune di alcuni immobili, avrebbe dovuto porre la parola fine su un contenzioso ormai ultradecennale. Peccato che proprio la sera precedente si era scoperto che, a seguito di una relazione tecnica negativa, la soluzione che pareva profilarsi si era complicata, tanto da spingere il Presidente a invocare la sospensione delle cartelle esattoriali per evitare – almeno – che l’Ente di via Garibaldi debba continuare, mese dopo mese, a pagare interessi.

Da allora ad oggi nulla, almeno formalmente, pare esser cambiato. La sospensione che tutti, quella sera, ritenevano soluzione necessaria – anche i parecchi consiglieri dell’Agraria che, contestualmente, svolgono identico ruolo sugli scranni comunali – non è avvenuta e, stando a quanto disse quella sera Antonelli, l’Ente continua a pagare 9.000 euro di interessi mensili e d a rischiare, di fronte ad Equitalia, di vedersi sottratta una fetta di patrimonio. Magari proprio quella che, tramite la fatidica datio in solutum, era nelle intenzioni destinata a chiudere la vicenda una volta per tutte.

Ora, sinché il contenzioso comporta un – per quanto complesso – passaggio di pezzi di patrimonio da un ente pubblico cittadino ad un altro, per la collettività tarquiniese poco cambia: sapere che la proprietà della struttura che ad oggi ospita la Caserma dei Carabinieri fa capo all’Agraria o al Comune non fa alcuna differenza. Ma scoprire che la complessiva ricchezza cittadina – già negli anni assottigliatasi a furia di spese legali e consulenze per portare avanti il contenzioso – vada a limarsi a colpi di migliaia di euro al mese è, davvero, qualcosa di sconcertante.

E se nulla pare esser mutato dal punto di vista amministrativo e burocratico, cosa si sta muovendo da quello politico? Ad esempio, cosa possono dirci quei consiglieri – quasi tutti targati PD, più qualche rappresentante del cosiddetto Polo dei Moderati – che compongono la maggioranza di entrambi gli enti e che, in alcuni casi, si sono prodigati in dichiarazioni e comunicati per dichiararsi interessati al problema? È vero, come sembrava almeno nei giorni dopo quel consiglio, che la politica fosse compatta alla ricerca di una soluzione?

E quale è, in merito, la posizione ufficiale del PD – principale partito di maggioranza – su una vicenda che mette a confronto (o allo scontro?) buona parte dei membri del partito? Certo, una rassicurazione – o almeno una presa di posizione chiara, se non da parte del Comune, almeno da quella del segretario di partito – andrebbe presa, se non altro per arginare le voci ormai correnti che parlano di una pesante frattura interna, con il presidente dell’Agraria Antonelli che avrebbe addirittura rimesso la tessera di partito. Antonelli che, peraltro, appositamente interpellato, non smentisce.