Il “Capri 2010” a Tiziano Torresi.
di Anna Alfieri
Proprio in quegli anni crebbe però un’altra giovinezza – titolo felicissimo quello del libro di Tiziano – “altra” rispetto a quella bellicosa, virile e sprezzante forgiata dal Duce. Era la giovinezza raccolta nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana, la Fuci, che è stata uno dei capisaldi della formazione degli intellettuali cattolici per tutto il Novecento. Ben altra cosa era la Fuci – unica associazione universitaria non fascista riconosciuta dal regime – rispetto alla Gioventù del Littorio. Altri gli schemi di pensiero, altre le fonti, i comportamenti, i desideri. Era una gioventù che, tra illusioni, sogni e speranze, si educava alla fede senza compromessi con la dittatura, una fede sempre manifestata con prudenza e vissuta non nel “cameratismo”, ma nell’amicizia cristiana. Una gioventù attenta all’Italia e al suo destino ma anche all’Europa, alle grandi opere della filosofia personalista, attenta ad armonizzare fede e cultura in vista di una riconquista cristiana della società. «Furono anni travagliati. Furono però anche gli anni in cui cominciammo a scorgere il futuro che ci attendeva», conclude Giulio Andreotti nella sua Prefazione: una schiera di politici ed intellettuali – Moro, lo stesso Andreotti, Taviani, Costa, Gonella, Fanfani, Veronese, Branca – traeva infatti allora convincimenti e stimoli che si sarebbero rivelati formidabili, di lì a poco, per disegnare il volto della nuova Repubblica e consegnare agli italiani, umiliati da un ventennio di dittatura, la democrazia e un futuro di speranze.
La lettura del libro di Tiziano ci dà insomma una conferma e, contemporaneamente, un auspicio: che il Premio Capri è stato davvero ben meritato e che il “giovane” di Tarquinia prosegua al meglio il suo studio su una vicenda storica così densa e affascinante.
Il libro verrà presentato nella sala consiliare del Comune di Tarquinia il giorno 5 dicembre p.v.