Il tarquiniese Fabio Coscia ai mondiali di pesca al colpo in Bosnia

(f.e.) Il tarquiniese Fabio Coscia difenderà in questi giorni i colori della nazionale azzurra nei mondiali diversamente abili di pesca al colpo. Sono partite da pochi giorni le squadre italiane che parteciperanno rispettivamente al XV Campionato del Mondo per i Diversamente Abili e al VI Campionato del Mondo Veterani di Pesca al Colpo in programma il 10 e l’11 agosto presso il fiume Krupa a Capljina nella Bosnia Erzegovina. Morale alto e concentrazione sono le condizioni con cui gli atleti azzurri affronteranno gli avversari per due competizioni che hanno visto l’Italia sempre gareggiare ai massimi livelli. Agli ordini del capitano Alberto Neri e del Vice Franco Bisi insieme al tarquiniese Fabio Coscia comporranno il team azzurro anche Osvaldo Manzardo, Damiano Speroni, Oscar Ferrari e Giovanni Bottazzi. Fabio si è guadagnato la convocazione sul campo il 15 e il 16 giugno scorso si è classificato al terzo posto nella Classifica finale del Campionato italiano di specialità. Su di lui sono riposte tantissime speranze di medaglia visto che già Fabio Coscia, alla sua prima apparizione in maglia azzurra, nel 2010, aveva conquistato la medaglia di bronzo ai campionati mondiali diversamente abili svoltisi a Niort in Francia. Un bronzo che valeva oro; solo 70 grammi al termine di due giorni intensi di gara avevano separato Fabio Coscia dal trionfo. Nel 2010 Fabio Coscia aveva conquistato anche il campionato italiano svoltosi a Colorno (Parma), e trionfato nel Club Azzurro al termine di una serie di 4 gare entusiasmanti. L’anno della definitiva consacrazione culminato con la convocazione in azzurro e la conquista di un meritato bronzo individuale. Una specialità la sua molto diffusa in ambito nazionale. Con il termine Pesca al Colpo infatti si possono indicare molti tipi di pesca che fanno uso di un galleggiante, per segnalare l’abboccata del pesce, tra cui pesca alla roubasienne, pesca all’inglese, pesca alla bolognese, pesca con la canna fissa e pesca all’alborella. Le tecniche più utilizzate sono: Roubasienne ed Inglese. La pesca alla Roubasienne è realizzata con una canna di misto carbonio ad innesti, di una lunghezza di 13 mt. L’azione di pesca consiste nel far scorrere la canna (che è fissa, cioè senza mulinello) su di un rullo folle, posto dietro il panchetto del pescatore, sino a distenderla completamente. La lunghezza della lenza è pari alla profondità dell’acqua nel punto di pesca più 1,5 metri (in media). Il concetto base è quello di pescare con una lenza molto più corta della canna. La punta della roubasienne viene disinnestata in fase di recupero della preda all’altezza della fine della lenza. Tale punta contiene un elastico collegato alla lenza che permette, in fase di combattimento, di stancare il pesce. Questa tecnica consente di essere estremamente precisi e di raggiungere una distanza notevole da riva, con lenze ultraleggere anche in condizione di forte vento. La pesca all’Inglese è un tipo di pesca che viene effettuata utilizzando delle canne telescopiche ad innesti, con una lunghezza compresa tra i 3,9 e i 4,5 metri, dotate di mulinello. Si utilizzano per tale pesca i galleggianti all’inglese, i quali vengono uniti alla lenza da una sola estremità. L’azione di pesca si svolge lanciando il galleggiante ad una distanza che può arrivare anche ad 80 metri, procedendo (immediatamente dopo la caduta in acqua del galleggiante) ad un veloce recupero di 2/3 metri sott’acqua per far affondare il filo. La canna viene montata con una quantità di anelli doppia rispetto ad un attrezzo utilizzato per la pesca alla bolognese in quanto, dopo aver immerso il cimino in acqua, il filo tenderebbe altrimenti ad attaccarsi su di essa impedendo una regolare azione di pesca. La pasturazione viene effettuata nelle vicinanze della zona di caduta del galleggiante. Questa tecnica consente di pescare con una lenza estremamente leggera (in quanto il piombo è montato direttamente sul galleggiante) ad una grande distanza con estrema sensibilità sulla mangiata.