Le accuse che gravano sugli otto – il sindaco di Marta, Maurizio Lacchini, e il suo vice, Lucia Catanesi, gli ex assessori Andrea Garofoli, Roberto Pesci e Cinzia Pistoni il segretario comunale Mariosante Tramontana ed i tecnici Giacomo Scatarcia e, appunto, Centini – variano dal falso ideologico all’abuso d’ufficio alla violazione delle norme sulla tutela del paesaggio.
Il nodo riguarda il molo finanziato dalla Regione Lazio con fondi UE che, secondo gli inquirenti, avrebbe dovuto avere il solo scopo di proteggere la darsena esistente, senza aumentare la capacità ricettiva del porto: il fatto che le barche, invece, vi attraccassero, genera per gli inquirenti una situazione grazie alla quale il comune di Marta si sarebbe procurato un vantaggio economico chiedendo alle imbarcazioni un canone per l’ormeggio al molo. L’avvocato Labate, difensore degli indagati, annuncia una difesa chiara e determinata dei suoi assistiti, che avrebbero già pronte le proprie memori difensive.