“La Musa incostante”: sala consiliare gremita a Tarquinia per il nuovo libro di Maurizio Brunori

Riceviamo e pubblichiamo

Un’intellettuale stimato e di gran vaglia, una sala consiliare colma in ogni ordine di posti – con molti in piedi – e una dichiarazione che punta dritto al cuore del futuro di Tarquinia. Tutto questo ha animato l’incontro dedicato a “La Musa incostante – L’esperienza culturale di Tarquinia negli ultimi decenni”, il nuovo libro di Maurizio Brunori, pubblicato dal Comune di Tarquinia. A dialogare con l’autore il giornalista Giuseppe Castellini, che ha guidato un’intervista appassionata, incalzante, arricchita anche da domande nate da un’approfondita ricerca socio-economica sulla città.

L’evento ha avuto un’apertura di forte impatto con le parole del sindaco Francesco Sposetti, che ha ricordato come “la cultura sia cemento civile, motore di sviluppo sociale ed economico per le comunità”. Ma soprattutto ha annunciato un progetto ambizioso: Tarquinia sarà capofila di una candidatura congiunta a Capitale Italiana della Cultura 2028, insieme ai comuni costieri da Cerveteri a Montalto di Castro. Una rete territoriale per valorizzare il patrimonio storico, paesaggistico e identitario del litorale laziale.

Ma al centro della serata, con una partecipazione affettuosa e partecipe, c’era lui: Maurizio Brunori, scrittore, sinologo, figura di riferimento per la cultura tarquiniese, già autore di romanzi e saggi che hanno lasciato il segno, a partire dal libro cult “Il Grande Eunuco e la sua Flotta”, edito da Einaudi. “La Musa incostante” è il suo nuovo lavoro: un viaggio che documenta, interroga e racconta la vivacità e le intermittenze della vita culturale della città, tra festival longevi come Pagine a Colori e Etruria Musica Festival, e iniziative perdute come il Festival Barocco, nato a Tarquinia ma poi migrato altrove.

“Dar conto – ha detto Brunori, citando Calvino – significa invitare a ‘tener conto’. A ricordare ciò che è stato per scegliere meglio ciò che potrà essere.” Il volume è, a tutti gli effetti, un atto d’amore civile, capace di restituire alla memoria collettiva eventi, protagonisti e domande cruciali per il futuro della città. Perché Tarquinia, come spiega l’autore con lucidità, ha avuto “una Musa generosa e una Musa distratta”: capace di grandi slanci, ma anche di colpevoli assenze.

Grazie alle domande di Castellini – alcune delle quali nate da un documento di cento pagine che analizza la realtà economica e sociale della città – il confronto ha toccato una vasta area di domande.

Il dibattito si è poi aperto al pubblico, con numerosi interventi che hanno testimoniato non solo la stima verso Brunori, ma anche il desiderio di rilancio e partecipazione. Domande, riflessioni, proposte: la “Musa” ha smesso di essere incostante, almeno per una sera.

In un’Italia in cerca di visioni credibili, Tarquinia rilancia la propria vocazione culturale e si prepara a raccogliere la sfida del 2028. Ma intanto celebra un libro che è già diventato patrimonio comune: uno specchio civico, un diario collettivo, un seme di futuro.