Riceviamo e pubblichiamo
La politica degli incroci tra razze appare non è più economicamente vantaggiosa e pone a rischio la stessa sussistenza della razza maremmana. Allevare maremmane in purezza è un ritorno alle origini. Il pascolo brado è l’habitat naturale della maremmana, razza resistente, storicamente adatta al nostro territorio.
In una logica di razionalizzazione e di difficoltà del comparto, appare predominante il mantenimento della biodiversità, peraltro assoggettata ancora a contribuzione comunitaria, con indubbio vantaggio economico.
La chiusura della filiera come realizzata dall’Università Agraria, guarda al vitellone maremmano come elemento distintivo, da qui la scelta di ottimizzare la produzione e renderla univoca.
Una strategia concordata con tecnici ed esperti di settore, resa possibile dagli incrementi di nascite raggiunti nell’ultimo quinquennio che oltre a garantire la copertura delle quote previste dalle normative sul PSR, permette la commercializzazione da vita con ottimi risultati economici.
Le sezione boschive a disposizione aumenteranno e garantiranno il miglioramento del benessere animale e una minore concentrazioni di capi in area boschiva, con indubbio vantaggio per la ricrescita. Allevamento e bosco sono un connubio importante e delicato che va monitorato anche alla luce della crescita smisurata della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa vita dei boschi”.