A partire da Adriano Tardiolo, Lazzaro nel film, giovanissimo debuttante sul grande schermo letteralmente “scovato” da Alice ed il suo staff nelle scuole di Orvieto: non voleva nemmeno partecipare ai casting, aveva rifiutato all’inizio il ruolo offertogli – “ci disse che non poteva accettare un impegno di cui non conosceva nulla, senza sapere se gli piaceva o se fosse in grado di svolgerlo”, ha spiegato Alice – per poi diventare la colonna attorno a cui si regge la storia. Una storia che ha incantato e fatto
Salutandola sul palco, Gérôme Bourdezeau – confondatore della DG Cinema&Consulting, realtà indipendente che gestisce il Cinema Etrusco – ha parlato della Gentilezza, dell’Umanità che Alice trasmette allo spettatore. Una sensazione confermata dal rapporto con la sua troupe, con la quale – come ha notato il vicesindaco di Tarquinia, Martina Tosoni – si è evidentemente creato un affetto quasi familiare. Lo stesso confermato dai protagonisti “tarquiniesi” del film, i fratelli Angelica e Samuele Clementucci; lo stesso che Alice anche nella scelta delle location mostra per questa zona tra Lazio e Umbria, dalla riserva di Monte Rufeno a – appunto – Tarquinia. “Avevamo in programma di girare più scene nelle campagne qua attorno – ribadisce – alla fine non è stato possibile, ma torneremo”. Anche perché proprio ieri è stata l’occasione per lanciare in pubblico, per la prima volta, l’idea – ormai in via di concretizzazione – della nascita di Tarquinia Film Office, realtà che vorrà occuparsi proprio del facilitare e quindi stimolare la presenza di produzioni cinematografiche in città.
Una città che si presta, sia per la variegata ricchezza di scorci e possibili location, sia per la passione dimostrata