Lettera aperta degli studenti dell’IIS al Ministro della Pubblica Istruzione

Riceviamo e pubblichiamo

Caro Ministro,

siamo gli studenti dell’IIS Vincenzo Cardarelli di Tarquinia in provincia di Viterbo (per ora). Anche noi dopo aver preso coscienza delle gravi problematiche che riguardano la (d)istruzione italiana abbiamo deciso di occupare la scuola dal 26 al 29 Novembre, in segno di protesta.
Ciò che ci umilia e ci demoralizza è l’impotenza di esprimere quegli ideali, assicurarci quei diritti che ci spettano e che sono alla base dell’istruzione scolastica.
L’unica via di fuga sembra essere ribellarsi per continuare a sperare in un futuro diverso, costruito sulla nostra Costituzione che sempre più spesso state violando.
Questi sono alcuni dei diritti che dovreste garantirci:

_il libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione (art. 34, comma 1 Cost.);

— l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo (art. 34, comma 2 Cost.);

— il riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli mediante borse di studio, assegni ed altre provvidenze da attribuirsi per concorso (art. 34, comma 3 Cost.);

Tutto ciò è stato ottenuto da chi prima di noi ha lottato per i propri ideali e ci ha permesso di diventare persone formate, dotate almeno di un minimo di cultura. Dovremmo essere grati per una scuola che si è evoluta nel corso dei secoli, ma oggi stiamo tornando indietro a quell’epoca che ci siamo lasciati alle spalle.
Il disegno di legge Aprea, apice di una serie di riforme malsane, porterà alla privatizzazione delle scuole pubbliche permettendo ad ogni istituto di trasformarsi in una fondazione finanziata da enti esterni, locali, cittadini ed organizzazioni no profit. L’istruzione tornerà ad essere un’opportunità elitaria,  non verrà riconosciuto il diritto allo studio a chi è privo di mezzi, nasceranno nuove discriminazioni sociali e tornerà cosi la vecchia, ma non troppo, piaga dell’analfabetismo. Si parlerà dell’Italia come un paese malato, afflitto dalla crisi economica, caratterizzato da problemi politici e sociali senza nessuno che combatta dall’alto, ma che si adagerà sui propri allori mentre il mondo crolla sotto i vostri piedi, davanti ai nostri occhi, senza muovere un dito.
Quindi caro ministro, ci siamo svegliati anche noi, giovani studenti di provincia, stanchi degli abusi di potere, stanchi di veder oltraggiati i nostri diritti di studenti e cittadini italiani. Abbiamo iniziato la nostra piccola battaglia, attraverso la nostra occupazione e questa lettera che, mirata a risvegliare le vostre grandi coscienze, il vostro grande ingegno che vi ha portati a ricoprire cariche notevoli di riconoscimenti, rappresenta chi come noi è pronto a ribellarsi per iniziare un cambiamento, un miglioramento efficace che avreste dovuto già assicurarci.

Gli studenti dell’IIS Vincenzo Cardarelli