Riceviamo e pubblichiamo
Egregio Direttore,
Mi conceda, perciò, queste righe, che sono per me quasi uno sfogo: come sempre, infatti, in campagna elettorale sento parlare di rilancio del Lido – inizio a credere si tratti di una specialità olimpica – e m’intristisce notare come queste parole continuino a suonare nel vuoto, perché nulla, negli ultimi anni, è stato davvero fatto in tal senso.
Conosco tante persone che vivono al Lido, tanti altri che vi lavorano o vi possiedono un’attività, altri – per lo più amici “forestieri” di gioventù, ora cresciuti e con figli grandi – che vi tornano per la villeggiatura. E molti di loro concordano quando dico, forse un po’ brutalmente, la mia opinione: sul Lido nessuno punta ormai da tempo, almeno a livello di amministrazioni.
Servirebbe una vera riqualificazione, un’idea, un progetto da seguire con programmazione, costanza, impegno e filo logico. Partendo, se si vuole, anche dal minimo. Cioè – e faccio solo un esempio – dalla realizzazione e dalla cura di aree verdi o giardini, o semplicemente dall’obbligo ferreo nei confronti dei proprietari di curare e tener puliti i lotti inedificati, vere “mazzate” dal punto di vista del decoro e dell’estetica.
E invece l’accoglienza del Lido a chi vi giunge è tutt’altro che piacevole: strade dissestate, poco decoro, mai un pratino curato o una siepe sistemata, a partire dallo scandalo del monumento di viale dei Tritoni che nessuno ripulisce mai.
Non credo Lei si stupisca se le cito una frase che alcuni miei amici di Roma o Viterbo mi ripetono spesso, d’estate: “Da noi il Comune pretende solo i soldi!”. E certo il riferimento non è ad un’amministrazione o l’altra. Ma, non so se Lei lo sa, oltre all’ICI (e, d’ora in poi, l’IMU sarà ancora più alta, considerando che in buona parte al Lido sono tutte seconde case), i proprietari devono pagare sia l’acqua che la nettezza urbana per intero, senza alcuna riduzione, pur vivendo le loro case solo tre o quattro mesi l’anno.
Anche da questi problemi nasce l’attuale stagnante situazione del Lido, che non attrae più nessuno. Eppure dovrebbe esser visto come una risorsa, da tornare a far vivere e fruttare non tanto per il nostro presente, quanto per il futuro dei nostri figli o nipoti. E si dovrebbe partire, anche per dare un segnale a chi investe privatamente nelle strutture del Lido, destinando almeno la metà degli introiti che la zona produce in termini di tasse alla realizzazione di opere e progetti di riqualificazione dell’area. E lavorando per sbloccare situazioni ferme da anni, come quella relativa al gas metano, di cui il Lido è tuttora sprovvisto.
Serve nuovo entusiasmo, servono migliorie vere, novità, ambizioni, così che i visitatori, arrivando, possano parlare di una Tarquinia Lido nuova, desiderosa di tornare centro d’attrazione anche e soprattutto per i giovani. In quei primi anni ’70 era una località prestigiosa, di grande valore ed attrattiva immobiliare e turistica, con locali di grande richiamo (quelli della mia età ricorderanno il Penny). Da allora, è stata solo discesa.
Di quell’ambizione, prima di tutto, dovrebbe nutrirsi chi, in questi giorni, tratta il Lido come specchietto delle allodole in vista delle elezioni. Questo auguro alle prossime amministrazioni: che sappiano credere davvero nel Lido, ed abbiano le capacità, la professionalità, la competenza e la determinazione per vederlo non come un appendice del paese, ma come una risorsa da cui ripartire.
Scusandomi per la lunghezza, La ringrazio e Le porgo Cordiali saluti
Lettera firmata