
Riceviamo da Marco Mattiacci e pubblichiamo
Sono Marco, un infermiere in pensione, e con la presente testimonianza intendo ringraziare ed elogiare l’eccellenza dell’Emergenza di soccorso e cure dell’Ares e dell’Ospedale Santa Rosa di Viterbo.
Il giorno sabato 10 maggio 2025, nel pomeriggio, parlavamo con mia moglie Valentina Taran in sala e vedevamo in tutta tranquillità la televisione, quando, ad un tratto, lei mi ha detto: “Ho un doloretto al petto, dalla parte opposta al cuore ma intenso”. Le ho risposto che forse aveva un coagulo e che le avrei preso una Cardioaspirina. Non ho fatto in tempo a dirlo né a prendere il farmaco che, dopo un rantolo, lei perdeva coscienza ed entrava in coma; non rispondeva più, non respirava, non aveva più battito cardiaco, bianca in volto e con del liquido dalla bocca. Ho urlato, credendola morta: “Dio, no! Ho solo lei!”, e chiamato il 118. Hanno risposto da Rieti e mi sono preoccupato ma mi hanno subito tranquillizzato dicendomi che il centralino è regionale. Ho quindi dato le informazioni sull’accaduto e fornito l’indirizzo. Hanno risposto che sarebbero venuti subito, consigliandomi frattanto di farle massaggio e respirazione. Da solo, in casa, ho seguito le indicazioni e, in effetti, sono arrivati subito. Ho aperto sul terrazzino per farmi vedere e sono corso ad aprire dovendo perciò interrompere massaggio e respirazione per qualche secondo. L’equipe del 118 è arrivata con defibrillatore, adrenalina e massaggio: due infermieri ed il medico, di cui vorrei sapere il nome per ringraziarlo personalmente (ho provato a telefonare direttamente all’Ares per non occupare il 118 ma non sono riuscito nell’intento). Nel percorso da piazzale Gramsci all’Ospedale, mia moglie ha avuto tre arresti, cui ha fatto seguito uno verificatosi al Pronto soccorso. Anche qui il personale si è comportato in modo eccellente, coordinando tutto il da farsi. Il medico emodinamista dott. Edoardo Nobile, giovane siciliano, bravissimo, ha quindi applicato quattro stent. Avvenuta l’intubazione, mia moglie è stata trasferita in Rianimazione, dove si sono dimostrati tutti professionali ed eccezionali, dal punto di vista sia tecnico sia etico. Qui ho inoltre scoperto con piacere che la dottoressa Francesca De Santis fosse una compaesana, poiché di Vetralla, altresì figlia di amici.
Nel pomeriggio del 17, mia moglie era così trasferita nella Terapia intensiva di Cardiologia, seguita dal Primario dott. Pietro Scrimieri. Anche qui, tutti ugualmente eccellenti: medici, infermieri e personale.
Mia moglie veniva in fine dimessa il 20, leggermente disorientata e confusa, è ovvio, ma in buone condizioni fisiche e psichiche.
Debbo in chiusura menzionare anche il Pronto soccorso di Tarquinia, perché nella mattina del 29, eravamo con mia moglie, cui volevo far prendere un po’ d’aria buona, nei pressi di Tarquinia, e lei ha avuto un dolore al petto. Ho contattato il nostro medico di famiglia, la brava dott.ssa Monica Zampulla, che ci ha consigliato di recarci in quel pronto soccorso, per prendere i parametri vitali e fare un elettrocardiogramma. Tutto è stato fatto con professionalità ed amore, mentre era di turno la brava e capace dott.ssa Chiara Stellacci, che si è occupata di eseguire tutte le analisi, le cure necessarie e l’osservazione.
Io, al mondo, ho solo mia moglie Valentina. Ora la chiamo “la mia miracolata”, dalla bravura ed eccellenza del personale sanitario ma forse anche un po’ dal Cielo, che si è impietosito di me di noi. Attraverso questa lettera aperta ringraziamo con tutto il cuore le persone che abbiamo incontrato in questi giorni. Questo è quanto
