“Maialata”: con Slow Food un rito antico della cultura contadina

Riceviamo e pubblichiamo

imgresUna festa per riscoprire i sapori di una volta riproponendo un rito: il pranzo tipico dei giorni della mattanza. Questa è la “Maialata” la manifestazione organizzata dall’agriturismo “Il Casaletto” di Grotte Santo Stefano-Viterbo e che grazie alla collaborazione con Slow Food Viterbo prevede giovedì 27 alle ore 18 un laboratorio del gusto e la visita all’azienda, e a partire dalle 20,30 una succulenta cena ovviamente a base di maiale. Questo il menu: fagioli con le cotiche e con la “striscia”, bruschette con l’olio nuovo, la coppa, zampetti lessati e conditi, fettuccine con le spuntature, i fegatelli con l’alloro, le salsicce appena fatte, la padellaccia, la trippa, la pancetta e due ciambelline per concludere in bellezza. Il tutto accompagnato dal buon vino della cantina Trappolini e olio del frantoio Colli Etruschi.

“La tradizione vuole – racconta Marco Ceccobelli dell’Agriturismo Il  Casaletto – che un tempo quando i maiali di due o tre famiglie di parenti avevano raggiunto il peso ideale, durante i mesi più freddi, quando le celle frigorifere erano sostituite dal freddo dell’inverno che spaccava la terra, si effettuava la mattanza e all’ora di pranzo si consumavano le primizie che già venivano fuori dal sezionamento di sua maestà il Maiale”.

A condurre la degustazione Angelo Proietti Palombi, presidente di Slow Food Viterbo, e Patrizio Mastrocola docente ai Master di Slow Food.