Riceviamo e pubblichiamo
Nel merito del referendum: se vincono i SI, le concessioni già rilasciate alle società che estraggono idrocarburi nelle 12 miglia dalla costa (circa 20 km) torneranno ad avere una data di scadenza, che il Governo ha invece rimosso; i fatti e i misfatti di questi giorni lasciano intravedere quale mondo di corruttela si muova attorno al petrolio nostrano; il SI al referendum serve a restituire un sano e necessario potere di controllo alle Regioni e per chiedere percentuali pubbliche maggiori sui profitti delle società petrolifere che trivellano ed estraggono gas e petrolio. Per ora riceviamo percentuali tra le più basse al mondo; gli scandali di questi giorni obbligano a sospettare che qualcuno possa incassare privatamente un po’ degli ampi risparmi fatti dai concessionari.
La manifestazione MAREDAMARE contribuirà localmente a rompere la cortina di silenzio imposta dai petrolieri su un referendum che temono, perché l’era e l’ora delle rinnovabili è iniziata e l’Italia è prossima al 50% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili; meno schiavitù dal petrolio vuol dire più libertà, più democrazia e meno guerre; il Governo si ritrova complice dei signori del petrolio e con arroganza e in barba alla Costituzione, invece di dimostrare un profondo rispetto per un evento solenne di espressione di volontà popolare quale è il referendum, invita all’astensione. L’invito governativo va censurato, anche per la mancanza di un piano energetico nazionale. Chi manifesterà opporrà al nero del petrolio la forza dei colori, dei suoni, dei canti e della parola. Invitiamo più persone possibili ad andare ai seggi, perché la volontà popolare risuoni sovrana raggiungendo il quorum, nonostante i petrolieri, il loro potere e il loro malaffare.