Martin Hutchinson e Starsky: dopo 34.000 km fa tappa a Tarquinia il viaggio in difesa dell’ambiente dell’ex Vigili del Fuoco di Manchester

Martin Hutchinson

“Mi chiamo Martin Hutchinson, e nel 2016 in Messico ho iniziato il mio viaggio che sin qui mi ha portato a percorrere 34.000 kilometri attraverso 31 paesi”. Una visita apprezzata quanto inaspettata, quella ricevuta ieri dal comando tarquiniese dei Vigili del Fuoco, che hanno visto arrivare una strana bicicletta con, a bordo, un uomo e il suo cane.

Si tratta, appunto, di Martin e del suo cane Starsky, impegnati in una missione iniziata ormai tredici anni fa: girare il mondo, mapparlo in base al numero di rifiuti incontrati e raccolti, cercando di sensibilizzare le persone e soprattutto i più giovani sulla necessità di tutelare l’ambiente, riducendo l’inquinamento legato soprattutto ai rifiuti di plastica. E dormendo, lui che è un ex Vigile del Fuoco di Manchester, ospite dai colleghi in ogni angolo del mondo.

“In questi anni – racconta Martin – ho visitato più di seicento tra scuole e università per parlare di ambiente e provare a fare capire, anche a seguito della mia esperienza e della mia osservazione, i danni che gli arrechiamo ogni giorno. Cercando di mettere a contatto i ragazzi con la realtà, mostrando loro i rifiuti che ho raccolto, in poche ore, nelle loro città. Provando a fare loro capire come, invece, possiamo entrare in contatto con il pianeta”.

Oggi Starsky e Hutch proveranno a fare lo stesso anche a Tarquinia. “Salirò in città stamani per provare, se possibile, a parlare con le scuole, – spiega – anche se in Italia ho capito che non è semplice entrare in contatto con gli istituti, poi proseguirò verso Roma. Ma fermandomi spesso, per fare video che mostrano alle persone quanto spesso i comportamenti sbagliati portino inquinamento e rifiuti ovunque. Come sulla costa di Tarquinia, dove ieri ho raccolto quasi cento bastoncini di plastica, ma la spiaggia ne era pienissima”. Video che è possibile trovare sulla pagina YouTube di Martin.

Ma come è nata l’idea di questo viaggio? “Nessun evento specifico, – racconta – solo una serie di piccoli momenti della vita che mi hanno portato qua: ho sentito il desiderio di difendere il pianeta. Lui ci dà tutto, vita, cibo, acqua, ragioni per vivere: più lo guardo, più lo trovo incredibile. E noi non facciamo altro che distruggerlo, in un atto che a me appare criminale: siamo così egoisti, quando invece dovremmo essere più rispettosi e grati”.

La speranza, insomma, è affidata alle nuove generazioni. Ma serve un’inversione di tendenza perchè, spiega Martin “abbiamo creato una generazione pigra. La tecnologia ci rende senza creatività, senza immaginazione: è un problema anche per l’ambiente, soprattutto con la nuova generazione”.