Mazzola ancora in polemica: “Ho votato il candidato sindaco del PD”

Riceviamo da Mauro Mazzola e pubblichiamo

Credo che non bisogna chiedere scusa ai cittadini quando vengono informati in modo sincero. Per la cronaca e la verità, dopo la mia intervista sul lextra.news, pur non facendo mai il mio nome, Ranucci mi offende in ben quattro post su Facebook, poi esce un articolo firmato PD. Io reagisco con un altro articolo, dove non offendo nessuno ma dico i perché di tante inesattezze. Poi Ranucci in questi giorni scrive un articolo dove diventa il buono. Quanto ti piace rigirare le frittate. Lo indolcisce con nipoti, viaggi e amicizie.

Molti mi hanno espresso solidarietà e vicinanza in questa situazione incresciosa. Vediamo come nasce questa diversità di opinioni. Nell’intervista, sostengo e difendo l’operato di una squadra che ha lavorato unita e ha raggiunto ottimi risultati. Poi evidenzio un mio errore, quello di andare a ricoprire la carica di Presidente della provincia. Tesi che moti autorevoli iscritti del PD e liberi cittadini mi hanno fatto notare più volte. Poi sostengo che nella seconda parte del secondo mandato i troppi personalismi per la mia successione hanno comunque rallentato l’attività amministrativa. Sempre non solo io la penso così. Come, mia opinione personale, che le primarie non portano L’Unità.

Ma sarò libero di esprimere le mie opinioni o sensazioni? Ma mica ho detto che gli assessori o Ranucci sono stati dei delinquenti o incapaci. Oltretutto dopo dieci anni della stessa amministrazione è fisiologico che i cittadini vogliono un cambiamento. È già successo e succederà ancora. Sicuramente, e ripeto è il mio pensiero, c’è stato una sottovalutazione politica delle alleanze del momento, di quello che voleva il popolo sovrano.

Certo e qui non lo permetto a nessuno di essere additato e passare per il traditore e quello che non ha votato Ranucci. Non portatemi a dire, purtroppo, ma si deve sapere che io come vecchio comunista, quando do una parola la mantengo. Come non mi vergogno di essere stato iscritto al partito comunista insieme a Berlinguer, Conversini per fare degli esempi. Anzi ci vado fiero come il 33 per cento degli italiani che votavano partito comunista.

Continuando, anche se mi ero accorto che la mia candidatura a consigliere non era molto accettata (mi è stato negato anche il saluto alla chiusura della campagna elettorale insieme alla segretaria del partito), ho votato il candidato a Sindaco del PD. Vengo da una scuola dove mi hanno insegnato che ci si scontra nelle sedi dovute, poi tutti uniti. E non ti permetto più di dirlo pubblicamente. Come non ti permetto più di dire che se non sei riuscito ad arrivare al ballottaggio è colpa mia. Fai bene i conti.

Purtroppo il popolo sovrano quando decide è inesorabile. Bisogna farsene una ragione senza dare la croce al sottoscritto. Non sono così importante. Come non lo permetto a nessuno di dire che sputo sul piatto dove ho mangiato. Io ho mangiato sul piatto dove ho lavorato, il “Pomodorificio”, come ben sai, e continuo ad avere ottimi rapporti con autorevoli rappresentanti nazionali, regionali e provinciali del PD. Localmente parlo tranquillamente con molti.

Quando il presidente della regione Zingaretti mi ha chiesto di mettermi nella lista civica del vice presidente Smeriglio, alle regionali del 2018, pur sapendo di non essere eletto, ho obbedito come si fa in un partito. In quel momento lo slogan del presidente era “tutti dentro per prendere più voti possibili”. Non ho chiesto niente a nessuno. Comunque ho avuto in termini di preferenze un buon risultato. Non c’erano quelle del PD, che hanno preferito votare il candidato dei Cimini. Questo è tradimento? Ma scherziamo? È più importante chiedersi perché molti che facevano parte della squadra che ha permesso la vittoria del 2007 si è allontanata o sta da altre parti. Anche questo è colpa mia?

Per tua conoscenza ho fatto la campagna elettorale alle ultime elezioni dell’Università agraria ad una candidata, oggi iscritta del PD. Come ho partecipato alle primarie del PD nazionale andando in sezione a votare. Ho tentato più volte di convincere un gruppo che non si erano più tesserati a rientrare nel PD. Se vuoi posso anche fare i nomi. Questo vuol dire boicottare il PD? Quando faccio un invito a ribellarsi a coloro che sostengono solo l’Alta Tuscia per far riconoscere che Tarquinia è una città importante dopo Viterbo? Anche questo è boicottare?

Adesso mi vuoi far passare per quello che contesta il giovane segretario. Io lo so che sa scrivere da solo, che è preparato, ma so anche come funziona quando si vuol far passare un articolo. Sappi, ma lui lo sa, che lo stimo, insieme a quel nuovo gruppo, solo perché hanno il coraggio e la costanza di coordinare un partito difficile, in un momento particolare con tornate elettorali importanti. Io sono fatto così. Dico quello che penso senza peli sulla lingua. E quando non condivido non mi creo problemi a dirlo. E quando si prova a mistificare la realtà non ci sto e reagisco, posso sembrare aggressivo, pazienza, chi mi conosce lo sa che non lo sono. Sono sempre a disposizione per un incontro pubblico per parlare di politica, anche di errori che abbiamo (plurale) fatto nel passato che hanno sgretolato un ottimo gruppo che ha saputo raggiungere ottimi risultati in termini elettorali e amministrativi. Bisogna essere capaci anche di fare autocritica e saper riconoscere i propri errori. Volevo dire che partecipare ad un listone alla competizione dell’Università Agraria è un grave errore politico. Ma non lo spiego il mio punto di vista, altrimenti mi dicono che boicotto.