“Dopo il sit in con i sindaci del comprensorio delle settimane scorse – prosegue Mazzola – ho lavorato in contatto con la Regione per cercare una soluzione quanto più rapida ed efficace possibile. Per cui, dall’inizio del prossimo mese, i Vigili del Fuoco torneranno in via d’urgenza con un turno diurno e saranno sistemati in un nuovo sito: in accordo con Arsial, destineremo a questo scopo uno dei capannoni dell’ex pomodorificio, che ospiterà anche i mezzi della Protezione Civile”.
“Nel frattempo – spiega il sindaco – stiamo lavorando ad un protocollo definitivo che, salvo imprevisti, sarà siglato il prossimo 17 aprile a Tarquinia tra il Comune, l’Arsial e la Regione Lazio, alla presenza del Presidente Zingaretti: l’obiettivo è di trasformare l’area dell’ex pomodorificio in un centro unico polivalente per il soccorso, che ospiti definitivamente e permanentemente Vigili del Fuoco, Protezione Civile e 118: è un progetto che Zingaretti appoggia, sulla scia di quanto realizzato a Poggio Mirteto”.
In tale maniera, però, vedrebbe definitivamente la fine il progetto di ridestinare l’area alla produzione e trasformazione agroalimentare. “È vero, e c’è rammarico. – spiega Mazzola – ma tale scelta avviene al termine di un’attenta verifica da parte nostra, e con forte collaborazione con le cooperative locali, sull’opportunità di individuare aziende pronte a investire su quel luogo. Purtroppo le pessime condizioni in cui è ridotto e l’investimento necessario per la riattivazione sembrano un ostacolo insormontabile”.
“Ad ogni modo – conclude il sindaco – se troveremo un’azienda o un imprenditore intenzionato a riportare a Tarquinia un’azienda di trasformazione alimentare, la zona industriale è pronta per accogliere iniziative di questo tipo”.
Quella della presenza di un presidio permanente dei Vigili del Fuoco si sta dimostrando, mese dopo mese, una necessità impellente per la città: i due eventi – l’incendio all’interno della palazzina in via Pietro Ancarano ed il rogo di tre vetture a via Domenico Emanuelli nella domenica di Pasqua – hanno mostrato con evidenza come l’intervento da Civitavecchia comporti inevitabilmente un ritardo nei soccorsi, con l’accrescersi del rischio per le persone.