Mazzola e Bacciardi su Talete: “Mencarini capisca che la campagna elettorale è finita” – VIDEOINTERVISTA

(s.t.) Una conferenza stampa di coppia, a riproporre ad un anno e mezzo dal “divorzio” una delle coppie più discusse degli ultimi anni della politica tarquiniese. La polemica riaccesasi improvvisamente su Talete riporta fianco a fianco l’ex sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola ed il suo vice più longevo, Renato Bacciardi. “L’ultimo attacco sulla stampa ci ha chiamato in causa – spiega Mazzola in proposito – e, quando stamani Renato mi ha chiamato per propormi una risposta congiunta, ho accettato di buon grado”. Anche perché – e, interpellato, Mazzola non fatica a ribadirlo – “dopo quelle elezioni, finite come sono finite nonostante per anni avessi avvisato di gestirle in altro modo, sono stato lasciato fuori da un direttivo senza essere più cercato: un anno dopo, è passato forse troppo tempo, uno inizia ad avere altre aspettative, nuovi modi di vita e di pensare la politica”.

Poi parte, quasi all’unisono, la replica su Talete: “La campagna elettorale è finita, il sindaco lo capisca”, esordiscono entrambi. “Perché solo quello è stato – spiega Mazzola – un tema da comizio, come tutti quelli che, parlando di tasse, toccano l’attenzione del cittadino. Ma una cosa la ribadisco di nuovo: entrare in Talete era un obbligo di legge, e i comuni che hanno voluto ricorrere hanno perso, sia al Tar che al Consiglio di Stato, con tutto quello che comporta in termine di costi degli avvocati”.

“Chi, insomma, come Montalto e altri comuni, ha ricorso, ha aggravato i cittadini di altre spese. – continua Mazzola – Noi invece, gestendo in proprio, come amministrazione, l’entrata in Talete, senza il tramite di un commissario mandato dalla Regione Lazio, siamo riusciti, trattando, a risparmiare 300mila euro, pretendendo un ufficio a Tarquinia”.

“E l’ufficio a Tarquinia c’era – prende la parola Bacciardi – Poi qualcuno ha pensato bene di farlo chiudere, e farne gestire uno all’interno del comune non da un dipendente, bensì da un politico. Naturale che mi sorga un dubbio: ma si vuole far politica su qualsiasi cosa ruoti attorno al Comune? La trovo una cosa squallida. Oggi, poi, vengo a sapere che quell’ufficio ha chiuso, perché il sindaco ha tolto l’incarico al consigliere cui l’aveva conferito, forse perché qualcuno gli ha suggerito di toglierglielo”.

“E quando sento dire che 600 persone hanno reclamato, mi chiedono se non si rendano conto di come sia fisiologico – parla Mazzola – succedeva anche con l’ufficio comunale: bollette errate, gente che sbaglia contratti e poi a causa degli esuberi paga troppo, per tanti motivi si va in ufficio a cercare soluzioni. La verità è che, quanto hanno fatto con Talete, è stato cavalcare il piccolo malumore del cittadino provando a farne politica spiccia. Solo che, ora, l’ufficio non c’è più”. “Posso anche esser d’accordo nel chiudere un ufficio “pro-consigliere” – rincara Bacciardi – ora però vediamo quanto sono bravi loro, a riportare a Tarquinia l’ufficio Talete”.

Sul tema, insomma, i due sono in perfetto accordo: “Il servizio è efficiente, anche come depurazione delle acque, Tarquinia ha risparmiato soldi ed abbiamo fatto tutto secondo i termini di legge e in piena trasparenza”. “E continuo a stupirmi della capacità di molti di aprire bocca e dare fiato, pur non sapendo le cose. – le parole di Mazzola – Come sindaco avrei potuto non entrare in Talete, evitare la responsabilità della scelta e lasciarla in carico all’amministrazione successiva. Ma avevamo la consapevolezza che quel servizio andava gestito bene. Oltretutto il comune non aveva più il personale per gestire il servizio come necessario e non potevamo assumere, con i vincoli delle leggi nazionali: saremmo rimasti con poco personale e il servizio avrebbe avuto problemi, andando incontro a rischi e responsabilità. Vi ricordate cosa successe il 3 luglio di qualche anno fa, quando per una manovra sbagliata tutti i liquami di via Poseidone sono finiti a mare? E dipese anche dal poco personale”.

“Il sindaco dovrebbe pensarci al favore che gli ho fatto, – chiude il ragionamento Mazzola – consegnandogli un comune che non ha responsabilità idriche e del depuratore. Per cui, invece di criticare noi sul passato, pensassero alle cose serie, ad esempio al Pidocchio, ancora senza corsie di accelerazione, alla Trasversale o all’ospedale. Stanno andando avanti sulle spalle del bilancio che gli abbiamo lasciato, con un po’ di dignità dovrebbero almeno smetterla con questi attacchi”.

“Che poi – prosegue sulla stessa linea Bacciardi – parlano tanto della vecchia amministrazione puntando il dito, ma ci dicano cosa hanno fatto sino ad oggi: il nulla. Hanno tanto sbandierato il PUGC, ma io non ne ho più sentito parlare. Ora ho letto di altri strumenti urbanistici che vogliono adottare e che metterebbero in difficoltà sia il passato piano regolatore che l’attuale, ammesso che siano ancora interessati a portarlo avanti. Ma di cosa parliamo? Pare abbiano difficoltà anche con il tanto sbandierato Carnevale estivo, addirittura con il Corpus Domini, per l’Infiorata: come è evidente, se non si dialoga, non si arriva da nessuna parte”.

È l’inizio di un nuovo percorso politico? Mazzola non smentisce d’esser carico per un ritorno in campo. “Trovo nuova linfa da quanto succede a livello nazionale e locale, e forse qualcuno che mi stuzzica vuole che torni in politica. Ma un chiarimento lo voglio fare subito: ho giurato che non mi candiderò più a sindaco di Tarquinia. Voglio, però essere portatore di un concetto: la politica deve essere dialogo, e quando è il momento di dare ad altri va dato. Ci sono tanti comuni, nel viterbese, in cui abbiamo perso le elezioni, ma preso molte preferenze: ritengo sia meglio avere i sindaci, piuttosto che mirare solo ai risultati personali”.