Mazzola, un anno dopo: “Altro che Cenerentola: Mencarini sin qui ha trovato le sorellastre!” – VIDEOINTERVISTA

(s.t.) Un anno fa Tarquinia, in queste ore, la stanza del sindaco, a Tarquinia, cambiava inquilino: dopo dieci anni su quella poltrona, Mauro Mazzola lasciava il campo a Pietro Mencarini. Un addio consapevole – per l’ex primo cittadino era impossibile una nuova candidatura – e tutto sommato in un clima disteso. Perchè, come lo stesso Mazzola conferma in apertura di intervista, “io sono uno di quelli che, al ballottaggio, gli ho dato fiducia: soprattutto per tutelare Tarquinia”, e pare chiaro il riferimento alla mancata elezione di Gianni Moscherini.

“Ora, però, dopo un anno in cui non ho fatto attacchi, è ora di parlare .- esordisce Mazzola – Perché mi pare evidente che il sindaco non ha trasformato Tarquinia nella Cenerentola che sperava. Forse pensava d’averla trovata all’ex centro chimico, ma lì semmai ha trovato Anastasia e Genoveffa, le sorellastre, ed in consiglio hanno dovuto fare marcia indietro. E questo, in fondo, è quanto sin qui hanno dimostrato di saper fare: tanti proclami. Peraltro quasi tutti su attività che abbiamo avviato noi nei dieci anni precedenti, perché loro, in dodici mesi, non sono stati capaci di portare avanti una loro iniziativa, un loro progetto. Basti considerare che non hanno cambiato nemmeno la segreteria del Sindaco: un modo di fare che avvalla il nostro modo di amministrare, che evidentemente condividevano.”.

E via con l’elenco, dal teatro alla fiera, “finita quest’anno senza bancarelle”, dalla zona industriale da sviluppare a San Giorgio, “dove hanno stravolto il percorso che avevamo costruito e che aveva dato risultati, per poi fermarsi”. E ancora i lavori al Lido, “con i soldi che avevamo lasciato noi, in quel bilancio che loro hanno approvato in consiglio, rimarcando come fosse la prima volta che un’amministrazione lascia il bilancio in attivo, sia di cassa che sulle opere”.

“Quello che si ricorda, ad oggi, sono solo gran feste e festicciole, – continua Mazzola – e va anche bene per i giovani, ma ora bisogna pensare ai problemi seri: partendo dalla zona artigianale col PAI, coi fondi del finanziamento regionale che avevamo richiesto e ottenuto che sono fermi da un anno, passando per i collettori da realizzare, soprattutto a via Manfredi Mariani, con progetto e finanziamenti pronti ma bloccati da dodici mesi. E ancora il bando già fatto per la raccolta dei rifiuti, che è stato bloccato e continua ancora in proroga, o l’ospedale, che è abbandonato”.

Non mancano le stoccate ai rivali storici negli anni d’amministrazione. La prima a Pietro Serafini. “L’attuale assessore al turismo, che quando era all’opposizione urlava che avrebbe fatto venire migliaia di persone, sin qui cosa ha fatto? Vuole prendersi il merito della firma tra i comuni etruschi per il Patrimonio Unesco? Mi spiace, ma quel processo è iniziato con noi quattro o cinque anni fa, con un mio primo incontro a Orvieto e poi un lavoro portato avanti dall’assessore Celli”.

L’altra, invece, è riservata ai 5 Stelle sulla Trasversale: “Ora che hanno il Ministro delle Infrastrutture e che hanno l’accordo in regione Lazio hanno il potere di decidere sul tema della Trasversale, vediamo che iniziative portano avanti”.

Poi la chiacchierata si sposta su temi più prettamente politici, dalla spaccatura in consiglio comunale della settimana scorsa – “Quella storia è stata gestita male: se ero il sindaco aprivo una crisi, perché il presidente del consiglio mi aveva votato contro. In Comune c’è una crisi aperta e il sindaco deve prendere atto, fermare tutto, confrontarsi con la maggioranza e – se ha ancora numeri e supporto – ripartire. Non è possibile che i due leader dei gruppi facciano la guerra tra loro: quando si è eletti, si deve essere una squadra a disposizione della città. Sono liti da Prima Repubblica” – all’apertura affatto velata ad alcuni esponenti dell’attuale maggioranza – “Ho visto tanti giovani: qualcuno non lo condividerò mai per quello che fa, ma in altri ho visto sì poca esperienza, ma tanto impegno, messo in campo in modo sereno e costruttivo. Un impegno serio, che potrebbe far loro costruire qualcosa: e non è detto che, al di là del colore politico, non si possa costruire qualcosa assieme e portare avanti un progetto per Tarquinia”.

La chiusura è affidata ad un suggerimento al suo successore: “Mencarini se vuole azzera la giunta, gli dice che se sinora sono state solo festicciole, da ora in poi ci si deve mettere a lavorare sui grandi temi: su Tarquinia, sulla pulizia, sul lavoro, sullo sviluppo, sul turismo, sulla cultura. Questo deve dire, quindi dare una mischiatina e ripartire: se nel giro di sei mesi qualcosa non va, cerchi la strada di casa, prima che perda pure quella”.