“Nella primavera del ’17 andavo a scuola di ricamo dalle suore del Preziosissimo Sangue. Un pomeriggio qualcuno venne a chiamare concitatamente mia cugina Marietta, ma io stranamente capii che quella chiamata era per me e corsi via. La mia casa era piena di gente. Arnaldo, il mio allegrissimo fratello sempre entusiasta di tutto, era morto sull’Isonzo. Aveva 19 anni e aveva lasciato la scuola dove già insegnava per andare volontario in guerra. A casa il dolore fu indicibile. Ci fu una processione di parenti, di amici,di semplici conoscenti e perfino di estranei. Venne anche il Principe don Felice Borghese molto amico del babbo, ma tutto questo non servì a niente. Io non volevo vedere nessuno e, chiusa nella mia camera, ripensavo all’ultima volta che avevo visto mio fratello che ripartiva per il fronte mentre pioveva a dirotto. Lui se ne andò correndo, coprendosi la testa con la sua mantellina militare da bersagliere, mi salutò con la mano e io non lo vidi mai più.”