Notre-Dame de Paris: le domande che sorgono il giorno dopo l’incendio

Notre Dame in fiamme, l’incendio della cattedrale di Parigi vissuto come una tragedia internazionale, è stato domato all’alba di oggi, martedì 16 aprile, dopo dodici ore di lotta dei vigili del fuoco contro le fiamme.

Restano, ora, tanti interrogativi, sia sul futuro del capolavoro di arte gotica, l’emblema della capitale francese, della cui ricostruzione – per la quale Macron si è impegnato a parole già ieri sera – si sta discutendo in un consiglio dei ministri in questi minuti, sia su quanto accaduto ieri.

Tanto per cominciare, da dove si sono originate le fiamme? L’incendio è scoppiato verso le 18:50 in soffitta, per poi diffondersi rapidamente su gran parte del tetto. Le fiamme ne hanno divorato il telaio, lungo più di 100 metri e chiamato “la foresta”, a causa del suo intreccio di travi di quercia. La guglia e gran parte del tetto della cattedrale sono crollati, ma la diffusione del fuoco, tuttavia, potrebbe essere fermata al campanile nord.

I vigili del fuoco di Parigi hanno messo in campo quattrocento uomini con 18 manichette, alcuni su bracci meccanici alti decine di metri, che hanno lottato per circoscrivere il più rapidamente possibile il fuoco, descritto come “difficile”. L’acqua veniva pompata direttamente dalla Senna, usando due barche collegate a enormi tubi. Un elicottero e un drone hanno sorvolato l’area. All’alba, un centinaio di vigili del fuoco con otto lance d’acqua stavano ancora irrigando le impalcature. L’intero incendio, ora, è stato domato, come annunciato poco prima delle 10 del mattino dal portavoce dei vigili del fuoco, Gabriel Plus. Un vigile del fuoco e due agenti di polizia sono rimasti leggermente feriti.

Il pubblico ministero di Parigi ha aperto un’indagine per “distruzione involontaria per incendio”, affidata alla Direzione regionale della Polizia giudiziaria. Secondo alcune fonti, l’ipotesi attualmente più fondata sarebbe quella dell’incendio accidentale partito dal cantiere sul tetto della cattedrale. I lavoratori, che non erano presenti al sito al momento dell’incendio, sono stati ascoltati dagli investigatori.

Ma dopo la grande paura scongiurata, quella di un crollo strutturale totale, quali sono i danni materiali? “La stabilità è comunque pesantemente compromessa in molte aree”, le parole dei vigili del fuoco. “L’intero tetto è stato colpito, l’intera struttura che lo sosteneva distrutta, parte della volta è crollata sotto il peso della guglia, che non esiste più”. Una riunione era in corso questa mattina per determinare se la struttura fosse stabile per ospitare gli interventi dei vigili del fuoco in sicurezza. Passando alle note liete, il grande rosone nella facciata sud, lato Senna, è intatto. Anche la Santa Corona e le sedici statue di rame, che erano state sganciate dalla guglia della cattedrale da restaurare, sono sfuggite al disastro. Alcune delle opere sono state estratte dall’edificio. Tre reliquie, custodite all’interno la guglia, non sono state altrettanto fortunate.

Come sarà organizzata la ricostruzione? “Questa cattedrale la ricostruiremo”, ha promesso ieri sera Emmanuel Macron. Il lavoro di ricostruzione richiederà “mesi, forse anni” e costerà “centinaia di milioni di euro”, gli ha fatto eco il ministro della Cultura, Franck Riester. Come detto, è in corso una riunione tra i ministri per iniziare a pianificare un piano di ricostruzione. Sarà inoltre lanciato una sottoscrizione nazionale per raccogliere i fondi: già tra la serata di ieri e la mattinata di stamani è stato reso noto che la famiglia del miliardario François Pinault sbloccherà 100 milioni di euro, mentre il gruppo LVMH, l’altro gigante del lusso francese, ha donato 200 milioni di euro. Uno stanziamento di 10 milioni sarà sbloccato nei prossimi giorni dalla regione dell’Île-de-France, mentre la mairie de Paris, nel frattempo, ha sbloccato 50 milioni di euro.