
Riceviamo dal Comune di Tarquinia e pubblichiamo
La navigazione musicale del festivalPaesaggi dell’Arteprosegue con due concerti alle 21,30, ospitati nella sala consiliare del palazzo comunale di Tarquinia, che avranno il pianofortecome strumento protagonista: il 31 maggio, con il norvegese Jon Balke, in duo insieme a Giorgio Li Calzi, l’esplorazione seguirà le correnti del Mare del Nord e del Mediterraneo e il 1° giugno,con il brasiliano Amaro Freitas, si viaggerà nella foresta amazzonica e lungo i fiumi del nord del Brasile.
In “Discourses”, il pianista Jon Balke e il trombettista Giorgio Li Calzi dialogheranno attraverso i loro rispettivi strumenti, espandendone e arricchendone le sonorità con un sapiente uso dell’elettronica. I due musicisti si sono conosciuti nel 2017 a Chamois (AO), quando Giorgio Li Calzi ha invitato Jon Balke a suonare al festival CHAMOISic con l’ensemble Siwan. In seguito hanno suonato insieme alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia e al festival jazz di Skopje. Paesaggi dell’Arte, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, presenterà a Tarquinia la prossima tappa di questo loro fantastico viaggio alla scoperta di nuovi territori musicali.
Il pianista e compositore norvegese Jon Balke, classe 1955, co-fondatore della band Masqualero con Arild Andersen and Jon Christensen nei primi anni ’80, è autore di numerosi album a suo nome per la prestigiosa etichetta ECM. Ha fondato gruppi musicali di rilievo come la Magnetic North Orchestra, Batagraf – ensemble creato insieme al percussionista Helge Andreas Norbakken e ispirato alla poliritmia africana – e Siwan, un progetto multietnico – con Amina Alaoui alla voce, Kheir Eddine M’Kachiche al violino, un ensemble d’archi barocco e la tromba di Jon Hassell – descritto dal Financial Times come “una toccante fusione di poesia e musica classica arabo-andalusa con il barocco europeo”. Il suo album più recente, in veste di solista, è “Skrifum” (ECM-2025).
Giorgio Li Calzi, classe 1965, è trombettista, produttore musicale e promotore culturale (CHAMOISic e Torino Jazz Festival dal 2018 al 2022). Ha prodotto vari album e suonato con musicisti come Wolfgang Flür (Kraftwerk), Lenine, Arto Lindsay, Thomas Feiner, Frank Bretschneider, Mike Cooper. Tra i suoi ultimi album: “Italiani”, con Gian Luigi Carlone (Banda Osiris) e Johnson Righeira, “Music for writers”, prodotto dal Salone Internazionale del Libro di Torino, con le voci degli scrittori Andrea Bajani, Massimo Carlotto, Giuseppe Culicchia, Fabio Geda, Tiziano Scarpa, e La via delle Nuvole con la poetessa Chandra Candiani (Haze Aud-2024).
Geniale e raffinato come pochi altri della sua generazione, Amaro Freitas è il presente brillante del jazz brasiliano e il futuro esplosivo del jazz internazionale. Il suo nuovo album. “Y’Y” pubblicato a marzo dalla Psychic Hotline Records, vuole essere un omaggio alla foresta amazzonica e ai fiumi del nord del Brasile, o come lui stesso precisa: “un invito a vivere, sentire, rispettare e prendersi cura della natura, riconoscendola come nostra antenata”. L’ispirazione per questo progetto è nata da un soggiorno di Amaro a Manaus, nel bacino amazzonico. La sua esperienza in quella lussureggiante natura selvaggia lo ha portato in un insolito regno della creazione musicale, radicato nella magia, guidato da un legame con la comunità indigena Sateré
Mawé, con cui Freitas ha sperimentato un sincero scambio di conoscenze. Con “Y’Y”, l’artista codifica ulteriormente la sua interpretazione fresca e “decolonizzata” del jazz brasiliano.
Amaro Freitas nasce in Brasile, a Recife, in un’area ricca di culture e tradizioni che hanno segnato profondamente il prodigioso pianista, il cui approccio allo strumento è evidentemente debitore dei ritmi “nordestini” e della frenesia del frevo e del baião. Con l’uscita dell’album “Sankofa” la sua fama si è estesa a tutto il mondo, con il plauso della critica internazionale, che ne ha lodato la complessità ritmico-armonica e la capacità di conciliare gli elementi più disparati in un caleidoscopio espressivo del tutto personale.
Questa è una caratteristica che emerge ancora di più nella dimensione del solo, dove Amaro tende a liberarsi dalle forme canoniche per spaziare trasversalmente, da reminiscenze dello stile stride di Art Tatum all’impressionismo di Erik Satie, dall’Africa ancestrale alle rarefazioni percussive del piano preparato di John Cage. Amaro Freitas crea una musica che è un’esplorazione stravolgente della tradizione brasiliana, proiettata verso orizzonti di fulminanti sperimentazioni, in una sintesi ideale tra Dollar Brand/Abdullah Ibrahim e quel Chick Corea che il giovane pianista indica quale suo principale modello e maestro.
Il festival Paesaggi dell’Arte è un progetto finanziato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Tarquinia, dalla Regione Lazio – Direzione Cultura e Politiche Giovanili, ai sensi del bando per la valorizzazione del patrimonio culturale tramite lo spettacolo dal vivo, e dalla Fondazione Carivit, con la collaborazione del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale. La direzione artistica è affidata al produttore e archeomusicologo Emiliano Li Castro. Informazioni e prenotazioni vanno richieste all’InfoPoint di Tarquinia (Barriera San Giusto), tel. 0766-849282 o inviando mail all’indirizzo turismotarquinia@gmail.com.
